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sospetto intender tutto quello che Sabino detto avrebbe a Laziare. Dopo serie ponderazioni ed indagini scopersero finalmente questi in addietro Pretori e Candidati del Consolato, che il mezzo più sicuro per giungere al loro intento era quello di nascondersi nella soffitta di una remota stanza, ed accostare più che fosse possibile le loro orecchie alle più piccole fessure della medesima. Tosto che costoro trovati si furor d’accordo in questo vile, e detestabile spionaggio, allora Laziare andò in traccia di Sabino e lo introdusse con false dimostrazioni di amicizia nella sua più occolta stanza. Ivi esso ripetè tuttociò di cui entrambi eransi doluti insieme altre volte, e cercò di porre nella maggior agitazione il fedele adorator di Germanico col fargli il racconto di nuovi pericoli che sovrastar dovevano alla casa di quel morto Principe8 . Sabino fece quanto erasi da lui atteso . Egli si sfogò più che mai in imprecazioni, e in lamenti contro gli infami persecutori dell’infelice Agrippina. Tanto il presente quanto i nascosti traditori non perdettero una parola di ciò che Sabino lasciossi scappar di bocca, ne resero subito inteso Tiberio, e gli indicarono inoltre quai prove del loro zelo servile gli obbrobriosi artifizj da essi impiegati per obbligare l’amico della casa di Germanico già a quel monarca sospetta di scuoprir loro il suo interno. L’animo di Tiberio da lungo tempo oppresso dalla diffidenza, e dal terrore s’infuriò ed inasprì a tal segno ai rapporti di questi iniqui delatori, cui egli dovuto avrebbe