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Di più quando il Senato lo eccitava ad intraprendere varj rigorosi esami sopra certe calunnie, e calunniatori: Noi non abbiamo, egli rispondeva, tanto tempo d’avanzo per incaricarci di ulteriori intrighi ed affari. Se voi aprite questa porta, di null’altro avrete da occuparvi, e sotto questo pretesto tutte le personali inimicizie vi animeranno alla vendetta. Tiberio si spiegò pure un giorno in Senato nel seguente modo contro un calunniatore: Se costui, diss’egli, ha diversamente parlato di me, io voglio dare il più esatto conto di quanto ho detto ed operato, e se nondimeno prosegue ad insultarmi colle sue calunnie, l’avrò del pari in orrore.

Dopo così chiare e ripetute dichiarazioni, che Tiberio certamente non avrebbe fatte se state non fossero sincere, Egli non si sarebbe almeno per lungo tempo arrischiato di punire come delitti di lesa Maestà liberi, o imprudenti discorsi e scritti, e molto meno le più innocenti parole ed azioni, se il Senato, e i primi membri de’ magistrati non ve l’avessero di bel nuovo provocato, e sospinto. Tosto che si osservò che l’animo di Tiberio incominciava a intorbidarsi, ed inasprirsi per le continue satire che uscivano rapporto al suo orgoglio, alla sua crudeltà, e ai di lui contrasti con la propria Madre3, allora il Pretore Pompeo Macro, quasi che costui scandagliando attentamente l’umor del Principe avesse potuto allontanare da se medesimo qualche pericolo di morte, o riceverne una corona, dimandò se egli deside-