estensione anche alle sue Cucine1. Gli Antenati, dice Plinio in un altro luogo, i quali abbandonavano i proprj campi, ed aratri per vincere i Popoli, non abitavano certamente come Caligola, e Nerone, e le lor possessioni erano meno grandi dei magazzini di questi illustri dissipatori2. I Palazzi dei Romani, oltre alle stanze di lusso, ed a quelle abitate dai proprj Padroni, e loro Schiavi contenevano grandi, e pubblici cortili, e viali coperti destinati al passeggio, e alle adnnanze dei Domestici, e dei Clienti, Ginnasj, Bagni, Templi, Ippodromi, e Giardini per lo più situati sui tetti delle Case3. Alla grandezza dei Palazzi corrispondevano la ricchezza dei materiali impiegati a costruirli, e l’arte, con coi questi erano stati lavorati, e disposti. Le molte centinaja di colonne, che sostenevano i portici, e le sale4, erano del più eccellente porfido, o marmo Greco, Egizio, e Numido5. Indorati o guarniti con lastre d’oro furono i tetti delle case; e le stesse pa-
- ↑ XVIII. 2.
- ↑ XXXVI. 15.
- ↑ Mart. XII. 50. Senec. Ep. 122. Non vivunt contra naturam, qui pomaria in summis turribus serunt? Quorum silvae in tectis domorum, ac fastigiis nutant, inde ortis radicibus, quo improbe cacumina egissent?
- ↑ La sala pei conviti di Calisto, Liberto di Claudio, era sostenuta da trenta colonne. Plin. l. c.
- ↑ Mar. 1. c. Senec. Ep. 86. 114.