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Isidoro, che morì sott’Augusto, si espresse nel suo testamento che a malgrarlo delle gravi perdite da lui sofferte nel corso delle guerre civili nulladimeno lasciava 4016 Schiavi, 3600 Bovi da giogo, 275000 capi d’altro Bestiame, oltre ad un millione e mezzo di danaro contante1. Al tempo di Caligola viveva un certo Pompeo, il quale aveva un sì vasto numero di poderi che secondo l’indubitatamente forte espressione di Seneca molti Fiumi nascevano, e scorrevano sempre fino al Mare nel suo territorio2. Sotto il governo di Nerone la metà dell’Africa3, cioè di quella parte, che spettava ai Romani, trovavasi in potere di sei grandi proprietarj3. A tali esorbitanti possidenze hanno rapporto le seguenti lagnanze, ed esclamazioni di Seneca = Infelice colui4, il quale non rimane contento se non quando il registro de’ suoi Capitali, e di altri Beni noni riempie un ampio libro, finchè non fa lavorare dai proprj Schiavi estensioni larghissime di terreno, e pascere innumerevoli mandre di Bestiame in intere Provincie, e Regni, e in fine non ha eretti edifizj tali che colla loro circonferenza superino la grandezza di Città rispettabili =. Quand’anche

  1. XXXIII. 10. Plin.
  2. C. II. de Tranq. animi; „ cum tot flumiua possideret in suo orientia, et suo cadentia„.
  3. Plin. XVIII. 6.
  4. VII. 10. de Benef.