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stochè presentavasi qualche piccola prominenza, o cavità riuscendo loro di soverchia pena il far uso eziandio dei proprj occhi.1 Seneca deride uno di tali molli Romani, il quale allorchè veniva in lettiga ricondotto dal bagno domandava a’ suoi Schiavi se già egli stesse a sedere? Tanto aveva costui perduta la cognizione del proprio stato, o almeno affettava l’aria di una totale dimenticanza di se medesimo che il detto Scrittore non senza ragione rimaneva dubbioso se quello sciaurato fosse più da compiangersi nell’uno, o dell’altro caso2. I molli Romani si facevano finalmente, come gli Orientali, far vento dai loro schiavi con ventagli preziosi, e secondo il costume degli stessi popoli premere, e strofinare la pelle affinchè non deperisse interamente l’elasticità dei muscoli, e che la circolazione degli umori non andasse incontro ad un total ristagno per mancanza di moto.3

  1. Lucian. l. p. 76.
  2. De Brev. vit. c. 12.
  3. Mar. III. 82.