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sinare, a cui succedeva subito la merenda, e finalmente la cena1. Vitellio s’invitava da se stesso ad ognuna di queste giornaliere gozzoviglie, or presso l’uno or presso l’altro dei primarj Romani, e niuna di esse importava meno di diecimila Talleri. Eliogabalo prolungò, o moltiplicò i suoi festivi banchetti col dividerli in un certo numero di portate, e col separare una portata dall’altra mediante i piaceri dell’amore, e del bagno. Spesse volte egli distribuiva le diverse portate, che formar dovevano un’intera gozzoviglia, a varj illustri Romani, che abitavano nei più opposti quartieri della Città, e tali gozzoviglie, che qualche volta eran composte di ventidue atti, e almeno di altrettanti intermezzi, non potevano appena esser condotte a fine nel termine di ventiquattr’ore2.

  1. Suct. in Vitell. I, c. Sed vel praecipue luxariae saevitiaeque deditus epulas trifariam semper, interdum quadrifariam dispertiebat: in jentacula, et prandia. et coenas, commissattonesque facile omnibus sufficiens vomitandi consuetudine:
  2. Lampr. in Heliog. e. 30. exibuitaliquando, et tale convivium ut haberet vigiuti, et duo fercula ingentium epularum, sed per singula lavarent, et mulieribus uterentur, et ipse, et amci cum jurejurando, quod efficerent voluptatem. Celebravit item tale convivium ut apud amicos singulos singuli missus appararentur, et quum alter maneret in Capitolio, alter in Paatio, alter super aggerem, alter in Coelio, alter trans Tiberium, et ut quisque mansisset, tamen per ordinem in eo-