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Ai non meno comuni, ma pur non rari divertimenti della tavola apparteneva anche quello di farsi servire da belle, e nude fanciulle. Tiberio colla condizione di un tal servizio s’invitò da se stesso al pranzo d’un Vecchio voluttuoso1; che Augusto aveva punito d’infamia; e Nerone faceva talvolta riunire numerose schiere di pubbliche meretrici della Città affinchè lo servissero a tavola2. Dee necessariamente sembrare incomprensibile come siansi mai potuti onire insieme tanti, e sì diversi spettacoli intorno alle tavole dei Grandi quando non si sappia che le gozzoviglie dei Romani Crapuloni duravano dal tramontar del Sole sino al suo nascere3, oppure dal mezzo giorno sino alla mezzanotte4, ovvero un giorno intero, e non di rado molti giorni di seguito5. La vita dei più celebri Crapuloni, quali furono Vitellio, ed Eliogabalo, e tutti gli altri simili a loro, consisteva nella particolare abilità di passare da una gozzoviglia ad un altra. Essi incominciavan pertanto la loro giornaliera occupazione con una sontuosa colazione; da questa passavano ad un non men lauto de-

  1. Suet. in Tib. c. 42.
  2. Suet. in Ner. c. 27 Transeo, dice Seneca, Ep. 95. puerorum infelicium greges quos post transacta convivia aliac cubiculi contumeliae exspectant.
  3. Senec. Ep. 122.
  4. Suet. in Ner. c. 12.
  5. Suet. in Vitel. c. 13 . Plin. Hist. Nat. XIV. 22. Lampr. in Heliog. C. 30.