Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/163


159


Sebbene sotto gli Imperatori la corruzione dei costumi divenisse sempre più eccessiva, e la moltitudine dei malvagi avesse di gran lunga maggior forza ed autorità del piccol numero dei buoni contuttociò serve di qualche tenue consolazione l’osservare che il malcostume non aveva infettato l’universale delle persone, e che quegli infelici tempi non erano così privi di virtù che non ne producessero di tratto in tratto qualche buon esempio1. Non poche madri, e non poche fedeli consorti seguirono i loro figli, e mariti nelle disavventure. Alcuni si presero cura dei proprj congiunti con uno zelo egualmente grande che pericoloso. Varj schiavi rimasero fedeli ai loro padroni anche in mezzo ai tormenti, e molti nobili Romani morirono con un coraggio degno dei maggiori Eroi dell’antichità. L’età medesima che vidde una Messalina, ed un’Agrippina, ammirò pure un’Arria, la quale precedendo nella morte il suo caro consorte Petone procurò di rendergli meno grave un tal passo tanto col di Lei esempio, quanto coll’assicurarlo che il mortal colpo, da essa datosi col pugnale, che a lui porgeva intriso del suo proprio sangue arrecato non le aveva un dolor violento2.

  1. Tac. Hist. I. 3.
  2. Veggansi Dione Cassio L. 60. c. 16. p. 954. e Mar. I. 14.

    Casta suo gladium cum traderet Arria Paeto,
         Quem de visceribus traxerat ipsa suis:
    Si qua fides, vulnus, quod feci, non dolet, inqoit;
         Sed quod tu facies, hoc mihi, Paeto, dolet.