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Circolazione monetaria in Italia nord-occidentale: secoli XI-XII 33

riprendere una espressione di Pierre Toubert: negli anni successivi la documentazione ulciense offre un solo altro riferimento monetario utile, ed è alla moneta pittavina in un documento redatto nel 1132 probabilmente nei pressi di Torino ma relativo a decime della canonica di San Lorenzo in Cesana, villaggio non lontano dal valico del Monginevro1. Sarebbe poco davvero se non si disponesse di un altro isolato documento valsusino – purtroppo non ben databile, ma forse del 11292 – in grado di suggerire che tra gli anni venti e gli anni trenta, un paio di decenni dopo la prima attestazione della moneta segusina, la circolazione monetaria della valle stava vivendo una fase di passaggio. Il priore del monastero di San Pietro della Novalesa imprestò ad Arnaldo, priore dell’abbazia di San Giusto di Susa, trecento soldi di moneta segusina prendendo in pegno certi beni fondiari che Arnaldo avrebbe avuto indietro l’anno successivo se avesse restituito il denaro, purché naturalmente il valore del numerario restituito fosse il medesimo di quello imprestato («si prefatos trecentos solidos secundum fortitudinem datę monetę reddiderit, recipiat pignus suum»). Questa precisazione necessitava di una delucidazione, che infatti non mancò: «Secusienses denarii tunc eo tempore dabantur quattuordecim et meala pro duodecim Pictavinis»3.

Più debole rispetto alla pittavina (valeva quasi il 18% in meno), la moneta segusina si affermò nel Torinese soltanto al principio degli anni quaranta del XII secolo e nell’Eporediese, come si è visto, ancora più tardi, al principio del sesto decennio del secolo. Del resto, dalle carte stesse relative alla valle di Susa intitolate all’autorità che emanava la moneta segusina facendovi imprimere i propri simboli, emerge che a quest’ultima moneta era preferita la più forte, e probabilmente più abbondante, moneta pittavina4. Come si vedrà

  1. BSSS 45, p. 111, doc. 110 (23 maggio 1132, «ultra fluvium Padi ad locum ubi dicitur Muline»). Un altro documento, risalente al 1118, menziona la moneta Valentiniensis (di Valence, sul Rodano), ma si tratta dell’appignoramento di un censo percepito su una chiesa della Vallouise (Delfinato) da parte dell’arcivescovo di Embrun: BSSS 45, pp. 100 sg., doc. 100.
  2. BSSS 3/2, pp. 192 sg., doc. 16, rivisto sull’originale in Archivio di Stato di Torino, Corte, Materie ecclesiastiche, Abbazie, Novalesa San Pietro, mazzo 2/2, n. 35. La data è «+ Anno dominicę incarnacionis millesimo CXX[V]IIII, pridie nonas ianuarii, feria VI», ovvero 4 gennaio 1129 che era appunto un venerdì, ma sono possibili altre letture del millesimo. Il millesimo proposto dall’editore Baudi di Vesme, 1123, è manifestamente errato; Vernazza, Della moneta Secusina cit., pp. 7, 32 data 4 gennaio 1128.
  3. La meala, altre volte mealha o medalla, è una moneta divisionale del denaro, più spesso detta obolus, corrispondente in genere alla sua metà o poco meno: cfr. Bompaire-Dumas, Numismatique médiévale cit., p. 292. Il rilievo dell’attestazione di una produzione di moneta divisionale nella zecca di Susa non va sottovalutato: cfr. Dumas-Dubourg, Le trésor de Fécamp cit., pp. 63-65 e, in particolare, Toubert, Il sistema curtense cit. (sopra, nota 3), pp. 53 sg.
  4. BSSS 44, pp. 50-52, doc. 29 (23 agosto 1131, «in civitate Taurini in domo Iohannis Baderii»): Amedeo «comes Taurinensis» investe l’abate del monastero di San Solutore di Torino dei beni che i suoi predecessori avevano donato al monastero siti in Coazze, Giaveno e in altri luoghi vicini; la penalità che il conte si impegna a pagare in caso di violazioni viene fissata in cento lire di moneta pittavina. BSSS 68, pp. 3 sg., doc. 5 (9 gennaio 1137, «in castello quod Avillana vocatur»): Amedeo «comes et marchio» insieme con sua moglie e suo figlio Umberto concede la salvaguardia alla canonica dei Santi Pietro e Andrea di Rivalta; a chi turberà la pace della canonica verrà irrogata una pena di cento lire di moneta pittavina. Cfr. Sergi, Potere e territorio cit., pp. 75, 81.

Reti Medievali Rivista, 12, 1 (2011) <http://rivista.retimedievali.it>