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Circolazione monetaria in Italia nord-occidentale: secoli XI-XII |
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emergere, in particolare, una tendenza, forse non del tutto nuova, a svalutare il contributo che le fonti scritte possono recare alla conoscenza dei caratteri della circolazione monetaria medievale e della nozione che di essa avevano i contemporanei: aspetto, quest’ultimo, di cui mi sembra difficile sopravvalutare il rilievo. Le obiezioni di maggiore rilievo sono in sostanza due, la prima delle quali investe la grande questione della moneta di conto e della sua natura, l’altra quella della “legge di Gresham”. Riguardo alla moneta di conto, misura di valore per i pagamenti e dunque anche strumento di ragguaglio tra circolanti concorrenti di valore ineguale, gli storici hanno da tempo espresso sfiducia verso l’ipotesi che tale moneta potesse in certi casi essere un termine di riferimento del tutto sganciato da una moneta reale corrente o in corso in un passato più o meno recente1. La moneta di conto non è, insomma, mai stata «some kind of a standard suspended in mid-air like Rodilard, the cat, in one of the fables of La Fontaine»2. Qui occorre restringere il discorso al periodo e all’area che interessa, e quindi alle particolari condizioni della circolazione monetaria nell’Italia centro-settentrionale tra l’XI e la metà circa del XII secolo. Esse, come si è in parte già detto, differenziano in modo marcato quest’area sia rispetto alle situazioni coeve che è dato riscontrare oltralpe (in particolare nei territori delle attuali Francia e Germania) sia rispetto alla situazione italiana posteriore, caratterizzata prima dal fiorire delle zecche comunali e poi dalla coniazione della moneta “grossa” argentea. Per l’area e il periodo di cui ci si occupa in questo contri-
A. Saccocci, Ritrovamenti monetali e fonti scritte in epoca medievale: problemi di interpretazione, in Ritrovamenti monetali nel mondo antico: problemi e metodi, Atti del Congresso Internazionale (Padova, 31 marzo-2 aprile 2000), a cura di G. Gorini, Padova 2002, pp. 284-294. Sul problema della apparente contraddittorietà dei risultati delle indagini sulle fonti d’archivio e delle indagini archeologiche si vedano le considerazioni, vertenti sui diversi livelli di scambio testimoniati da fonti di diversa natura, di A. Rovelli, La funzione della moneta tra l’VIII e il X secolo. Un’analisi della documentazione archeologica, in La storia dell’alto medioevo italiano (VI-X secolo) alla luce dell’archeologia cit., pp. 521-537. Una sintesi ragionata e ricca di esempi sui rapporti tra indagini basate su fonti archeologiche e ricerche basate su fonti scritte in Ch. Wickham, Fonti archeologiche e fonti storiche: un dialogo complesso, in Storia d’Europa e del Mediterraneo, diretta da A. Barbero, IV, Il Medioevo (secoli V-XV), a cura di S. Carocci, IX, Strutture, preminenze, lessici comuni, Roma 2007, pp. 15-49, in particolare pp. 34-40.
- ↑ Rimando qui, scegliendo all’interno di una bibliografia vasta e comprensiva di opere di grande valore, ad alcune recenti messe a punto sull’argomento: oltre al quadro aggiornato (al 2000), comprensivo di una bibliografia selettiva, offerto da Bompaire - Dumas, Numismatique médiévale cit., pp. 318-336, si veda la chiara messa a punto di Spufford, Money and its use cit., pp. 411-414 (dove si legge, a proposito della «misnomer ‘imaginary money’», che «on closer inspection an historical explanation may be found for the existence of each money of account and that such an historical explanation will indicate to which real coin the system continued to be attached», pp. 413 sg.), e l’ampia sintesi problematica di J. Day, The problem of the standard in preindustrial Europe (Thirteenth-Eighteenth centuries), in Fra spazio e tempo. Studi in onore di Luigi De Rosa, a cura di I. Zilli, I, Napoli 1995, pp. 309-359. Per un punto di vista diverso A. Saccocci, Una storia senza fine: le monete di conto in Italia durante l’alto medioevo, in «Annali dell’Istituto italiano di numismatica», 54 (2008), pp. 47-85.
- ↑ R. De Roover, Money, Banking and Credit in Mediaeval Bruges — Italian Merchant-Bankers Lombards and Money-Changers. A Study in the Origins of Banking, Cambridge (Mass.) 1948, p. 220.