marli nella roba e nei diritti di signoria era un punirli. Ma per le repubbliche italiane non in altro che nella libertà era il guiderdone e la pena. Gli eserciti perduti, i campi disertati, e fino le stesse mura delle città spiantate non era per esse il massimo sinistro; era bensì quello di tornare al servaggio. Spoglio un Conte del suo feudo, non era più Conte: spogli i Milanesi anche della material patria dal Barbarossa, furono sempre Milanesi. Per la qual cosa se gli Imperadori Tedeschi per timore o per bisogno vollero dappoi legarsi alcuna di queste repubbliche, dovettero dimenticare le feudali retribuzioni, ed allentar la mano ai privilegî ed alle franchigie. E poichè ardendo la guerra tra l’Impero ed il Sacerdozio, di questi timori e bisogni ebbero molti e gravi, perchè non iscappassero loro di mano tutte le italiane città, a quelle che non avevano potuto o voluto francarsi, concedevano i privilegî a farlo: così, a mo’ d’esempio, vedemmo Pavia tirarsi sopra l’ira di Arrigo per aversi tolto di mezzo il regio palazzo: sotto Arrigo V molte città ebbero il privilegio di tener fuori le mura e non dentro, la reggia. Nè era picciolo sollievo; perchè l’arrivar di un Re con Tedeschi era un subbisso in città. Sotto questo Arrigo, Pavia, Novara, Parma, Arezzo, ed altre città andarono in fiamme, appunto per aver accolti dentro quei demonî. La formazione delle repubbliche incominciò contro il volere de’ Principi tedeschi, ma non richiamanti, perchè occupati in altro; poi si allargò e fermò per volontà de’ medesimi, che concedevano quello che non potevano rifiutare. Consueto andare delle umane cose tra i popoli e i Principi. Questi stringono, quelli rompono: e quando è disperazione di stringerli, allargano essi, per non privarsi della signoria anche nella legge che ricevono. Così tra per l’impeto del popolo che afferrava la sospirata libertà, e per le concessioni degl’imperanti tedeschi, avvenne che quasi tutta la superiore Italia si ordinasse in molte repubbliche, nelle quali poco o nulla rimase dell’antica dominazione imperiale. Dico poco nel fatto, perchè nel diritto rimase qualche remini-