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libro primo | 69 |
chese di Monferrato, che avesse potuto sfuggire l’impero delle città. Poteva Ottone veramente ricordarsi delle famiglie di Este e di Malaspina.
Risorsero i Consoli in queste città, i quali si dividevano il governo della giustizia, dell’amministrazione e della polizia; varî di numero. Dentro il governo era tutto alla Romana, e Romano fu anche il senno con cui le città grandi si misero a trattare con le città minori, con le terre e le castella che erano nel compreso del loro territorio, nelle quali erano sparsi que’ tali Conti rurali. Se li assoggettarono; ma li chiamarono al godimento della loro cittadinanza. Così i Conti pagavano il loro tributo, accorrevamo alla difesa della repubblica, ed erano cittadini della medesima. In guisa che come la Romana Repubblica attinse a tanta vastità d’impero non tanto per la forza conquistatrice, quanto per la concessione del diritto di cittadinanza e la creazione de’ municipî; così quelle città, che a mala pena uscivano dalla barbarie, si allargavano nel potere e lo rendevano morale per la creazione di que’ municipî nel proprio contado. È veramente stupenda questa contrapposizione dell’elemento Romano al Germanico, che ci si offre nelle nascenti Repubbliche Lombarde.
Dopo i torbidi tempi della patita feudalità non è a dire come sapesse dolce ai popoli il frutto della conseguita libertà. Era una dolcezza che può solo gustare un popolo che è già nello spirito; e per cui non lo consolava tanto la cessazione della brutale forza, che lo premeva quasi a farsi tutt’uno colla gleba cui era dannato; quanto la coscienza della vita morale, che è tutta nella libertà. In questa collocarono i Lombardi le speranze ed i timori, a conservar questa protesi i nervi della mente e delle braccia, per questa precedettero nella perfezione civile tutta l’umanità di quei tempi. Per la qual cosa il premio e la pena per essi non poteva essere più quella che era stata per un Duca o Marchese. Concedersi ad un di questi dall’Imperadore un pezzo di terra, un castello era un premiarlo; sce-