Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
libro primo | 67 |
sito, è a pensare, che la idea è sempre indomabile ed aspra al contatto della materia.
In Gregorio VII troviamo il Monachismo che rinsanguina di novella vita il Papato e l’Episcopato; che con profetica libertà di eloquio e di fatti urta e percuote il colosso imperiale; entra nel santuario della giustizia, e si arma di certe folgori, che il popolo non aveva ancor veduto vibrarsi su gl’incoronati di Germania, e le vibra all’indisciplinato Arrigo. Fu allora un grande rimescolarsi d’uomini e di cose. L’Episcopato riscosso dall’infame sonno, si avvede alla perfine, che le sante infule erano cosa di Dio e non di Cesare; che il reggimento delle chiese di Cristo da Cristo solo si riceve: volse le spalle all’investiente Arrigo; e tutto tentennò dalle fondamenta l’edificio feudale per le ire del Principe, per la resistenza de’ Vescovi. Se questi erano infedeli al Papa, avvegnachè carezzati da Arrigo, non potevano contener sotto il popolo che li abborriva come nemici di Dio; se fedeli, neppure; perchè nemici a Cesare. Beatissimi tempi alla emancipazione del popolo. Nè l’aristocrazia laicale poteva tener fermo il piede su i vassalli. Agitato il Principe, anche essi agitavansi; ed o papali o imperiali che fossero stati, il popolo trovava un bel destro nel fuoco delle fazioni a racconciare i fatti proprî.
Ma quello veramente, che confortò molto il popolo ad usarne, si fu la sottomissione di Arrigo a Gregorio in Canosa. La forza teneva suggetti i vassalli a’ signori, questi al Re o Imperadore di Germania. Non era un tribunale di appello: ed era mestieri arrestarsi a capo chino innanzi al baronale e regio arbitrio. Ora un Re di Germania scalzo, vestito di ruvido sacco, che chiede umilmente perdono ad un Papa, e l’ottiene a stenti, era un dire al popolo, che anche su i Re fosse qualcuno che potesse loro riveder le partite, levar la voce a correggerli, punirli indocili; era un dirgli, che senza andar su fino al Cielo, trovavasi su la terra un uomo ministro del Dio della giustizia. Bastò questo: perchè quello che fa cieco e sordo un popolo nel ser-