levano essere confermati dall’Imperadore e sciolti nell’esercizio del loro ministero. Ed ecco anche la pecunia entrare nelle sante cose. Atalarico pretese anch’egli i tre mila soldi per ciascun Papa consecrato, e ben due mila per i Patriarchi1. Per un secolo fu levato dai Bizantini il turchesco balzello: lo abolì Costantino Pogonato, e più forte si strinse al diritto di confermare il Papa eletto2. Pestilenziale diritto, che andò a finire in impudenza sacrilega, poichè si videro Esarchi Ravennati con soldatesche assistere alla papale elezione, e colla forza creare a lor talento il Pontefice. Riluttava il Clero, riluttavano i Papi a queste laicali intrusioni; ma fu poi tanta la petulanza della plebe, e la prepotenza dei Patrizî in quelle elezioni, che a non farle finir col sangue e co’ tumulti, essi Papi chiesero l’assistenza regia ed imperiale nelle elezioni per condurle in pace. La richiesta si rimutò in un privilegio a favore dei Re ed Imperadori, che Eugenio II concesse a Lotario. Concessione consigliata dalla necessità, che pure menava alla finale rovina l’ecclesiastica libertà: imperocchè un ambasciadore imperiale o lo stesso Imperadore presente non era la cosa più propizia del mondo alla libertà degli elettori. Infatti si andò a finire presto in un irragionevole sindacato imperiale. Nel secolo IX Gregorio IV non fu ordinato Papa che dopo l’arrivo del legato imperiale e l’esame cui questi sottomise l’elezione3. Per la qual cosa trovo il privilegio di Eugenio II confermato da Leone IV e da Stefano VII, rivocato da Adriano III, rinnovato da Giovanni IX per la vio-
- ↑ Cassiod. Lib. IX ep. 15. pag. 148.
- ↑ Quod non debeat ordinari qui electus fuerit, nisi prius decretum generale introducatur in regiam urbem = Vedi Anastas. Biblioth. in vita Agathonis Papae. p. 140.
- ↑ ... non prius ordinatus est quam legatus Imperatoris Romam venit et electionem Populi qualis esset, examinavit... Annal. Bertin. S. R. I. t. II. pag. 518.