Pagina:Storia della Lega Lombarda.djvu/63


libro primo 57

non poteva sopportarsi in pace. Fu un gran tumulto in Milano: ed eccone il come.

La divisione de’ grandi feudi incominciata da Ottone era proceduta tanto oltre, che a cominciare dall’XI secolo, tutto il corpo feudale si divideva in tre specie di signori, l’una all’altra sottomessa per feudali ragioni. La suprema si componeva di Ottimati o Magnati, cioè di quelli, che padroni di più grandi signorie, non si tenevano soggetti che al solo Re od Imperadore. I quali per non essere da meno degli stessi Re, avevano dato in feudo ad altri gentiluomini qualche loro terra, per avere corte più splendida e clienti poderosi. Questi si chiamavano Valvassori, Capitani o Militi. Per le stesse ragioni costoro crearono, infeudando qualche castello, altri signorotti, detti Valvassini, o Valvassori minori1. Questo edifizio feudale si reggeva tutto per la material forza de’ Magnati: la quale ove per poco infermasse, doveva tutto andare in fascio e crollare. Pace non poteva essere. Gelosi i primi, ambiziosi i secondi: e nella guerra tra questi signori, è chiaro, che l’inferiore aristocrazia doveva piegarsi verso il popolo e prenderselo in aiuto. Stavasene alla testa di questa gerarchia feudale quell’Ariberto Arcivescovo di Milano chiamatore di Tedeschi. Con mano di ferro governava, succhiava, opprimeva. L’imitavano i Magnati; fremevano i Valvassori. Un di costoro fu violentemente spoglio di certo feudo: fu scintilla all’incendio. Si strinse a parlamento con gli altri Valvassori; fermarono ribellare ai Magnati, all’Arcivescovo, e sostenersi colla forza. Commossero il popolo, che Dio sa qual vita menasse con questa piramide sul collo di Valvassori e Magnati, lo armarono, e nel bel mezzo di Milano si chiusero a battaglia contro l’Arcivescovo. Vinti, ne uscirono: ma la loro sconfitta fu il principio della libertà del popolo. Imperciocchè i fuorusciti levarono a rumore anche i popoli della Martesana e del Seprio contro i loro Conti, e si collegarono ad

  1. Murato. Diss. 51. Antiq. Ital.