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libro primo 53

i tre Ottoni, ma lo toccò in certa guisa; imperocchè le spoglie de’ vecchi signori feudatarî furono divise tra i molti e nuovi signori, ed il Clero.

Vediamo ora come lo afferrasse a riguadagnare la ordinazione a comune. Perchè ciò avvenisse, era mestieri che anche i cherici fossero fiaccati, e solo il popolo rimanesse a petto del lontano Tedesco. Questi non ismembrò le grandi signorie della Chiesa, bensì le aggrandì. Ove avesse voluto sommettere alla stessa legge i feudi ecclesiastici, Ottone sarebbesi privato del più forte sostegno al trono italiano ed imperiale, nimicandosi i preti. Rispettò la roba, rispettò i diritti feudali, cominciò a mordere quelli puramente divini, per cui vive e liberamente vive la Chiesa di Cristo. Coi temporali benefizî assonnò i Vescovi, a togliere loro di mano que’ privilegi di ragione tutta divina; i quali conquistati che fossero, non avrebbe avuto più a temere in Italia indocilità feudale. Il popolo se ne stava, faceva per lui il Tedesco. Le regie investiture, e quindi la simonia ed il concubinato de’ preti furono le armi, con cui i Re tedeschi abbattettero la potenza chericale. La lotta di Gregorio VII con Arrigo fu il tempo ed il destro, per cui il popolo italiano l’afferrò per se. Ma non precipitiamo l’andata.

Morto il III Ottone, gl’Italiani ebbero tempo a sperimentare cosa fosse una signoria tedesca. Dirò altrove di questi nostri padroni, ora basti avvertire che Principi e popolo cominciarono a lamentarne, a stringersi nella persona, come fanno gli appiccati da mordacissima scabbia, succiati nel sangue, e che non possono quietare comunque si volgano. Ottone III, come affermano gli storici alemanni, era il fior de’ Principi; eppure, perchè Tedesco, come si sparse la voce della sua morte, que’ soldati, che se ne portavano in Aquisgrana il cadavere, dovettero cammin facendo colle armi in due battaglie cessare la furia degl’Italiani, che sopraffatti dall’odio, volevano disfogarlo sui vivi e sul morto. Non più Tedeschi: crearono Re in Pavia Arduino Marchese d’Ivrea. Ma Arrigo successore in Germania di Ottone, volle