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50 | della lega lombarda |
in Italia. Di qua la storia delle irragionevoli ragioni alemanne su questa povera patria, e delle secolari catene, che tanto le strinsero i polsi, e le affogarono la vita dello spirito. Noti però chi mi legge, come Berengario poteva infeudare se e il figlio, non punto il reame, che non era suo. La corona, che recava in testa col figlio, non gli venne sul capo, perchè Adalberto Marchese d’Ivrea lo generò da Gisla figliuola del Re ed Imperadore Berengario: egli col figlio fu eletto e coronato Re in Pavia dai Principi italiani1. Eletti ed incoronati da’ medesimi furono tutti gli antecessori di Berengario II, ed anche lo stesso Ottone. Un Re elettivo non è padrone del reame; ma quasi amministratore. Infatti non si tennero i Vescovi e i Principi italiani nella elezione di Carlo il Calvo al solo Dominum, ma con senno andarono anche al Protectorem et Defensorem; in quella di Guido parimente i Vescovi assembrati in Pavia dissero: Decrevimus2 scegliere Guido a nostro Re ad protegendum. Chi si trova Re, perchè scappato dai lombi di altro Re, si trova, senza sapere il come, la corona tra le mani, e non vuol sapere di protezione e di difesa, ma bensì solo di possesso e di arbitrio. Erano parimenti elettivi i Re di Germania. Quindi lo scettro d’oro che Ottone pose tra le mani di Berengario II fu un negozio che passò tra questi due Principi, non tra Germania ed Italia. Ma Germania si tenne fitto in animo quel maledetto scettro.
Berengario ed Adalberto regnarono da tiranni, alla tirannide misero il puntello dello straniero; e come sempre avvenne ed avverrà, furono dallo straniero scavalcati. Papa Giovanni XII gridò per Legati aiuto ad Ottone Re di Germania; vi andò di persona Gualberto Arcivescovo di Milano; venne appresso Gualdone Vescovo di Como: e chi per messi, chi per lettere i Conti anche gridarono al Tedesco, venisse,