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36 | della lega lombarda |
micerio e del Sagrestano contro Leone siasi ordita per la mala contentezza che metteva ne’ patrizî Romani questa incoronazione di forestiere Imperadore. Il perchè della congiura non è notato da alcuno: perciò io sospetto. Ma comunque andasse il negozio, certo è che tutto il popolo o per amore o per timore de’ Franchi gridò col Papa a gola piena Imperadore Carlo.
Leone pensava starsene in sen di Dio all’ombra dell’Impero; pensava che questa suprema potestà civile dovesse accompagnare il Pontificato nella sua universale deputazione di rigenerare il mondo col Vangelo; pensava che innanzi al diritto divino dovesse dappoi sempre inchinarsi la fronte degl’Imperadori; i quali non potendo da altre mani ricevere la corona che dalle papali, sotto queste si tenessero docili, mansueti, contenuti da quello sviscerato amore, che deve portare ogni figliuolo alla madre, dico alla S. Chiesa. Forse Carlo M. almen nel primo sentirsi su la fronte il bel diadema, rispondeva a capello in suo cuore al papale intendimento. Ma quel benedetto Impero era così impalpabile dalle leggi dell’umana giustizia, che il non costringersi da confine, ed il vagar su tutto il mondo per ingoiarlo tutto, era proprio la natura sua. Se un’uomo incoronato in tanta beatitudine di sazia ambizione potesse più pensare al Papa, al Vangelo, a Dio, creda chi il voglia. Tuttavolta quel non poter essere Imperadore se non pel Papa che ungeva ed incoronava, legò dapprima quelli della razza di Carlo al R. Pontifice di qualche dipendenza. Anzi la fama della incoronazione di Carlo fatta per Papa Leone affortificò e dilatò tanto il potere dei Vescovi, che quasi le sorti dei Re Franchi riposavano nelle loro mani. Questi non ebbero la mente di quel veramente Magno, e le ragioni della successione al trono erano così male ordinate, che le principesche discordie furono frequenti, e sorse la necessità di appellare ai Vescovi. Carlo il Calvo e Ludovico di Baviera ad occupare gli stati del fratello Lotario, assembrarono i Vescovi a giudicar del negozio; e questi lo sentenziarono indegno del trono. Qualche anno ap-