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318 | della lega lombarda |
quale era un esca succulenta il pensiero della patria, per cui tanto pativano. Era veramente un miracolo a vedere uomini rifiniti di ogni forza vitale al primo toccar delle campane a stormo, balzare in piedi su gli spaldi, e combattere da lioni. Ed anche più splendida si parò la virtù delle donne in questo assedio, le quali Italiane essendo, Italiane furono nella virtù. Vedevansi queste morir tra le braccia il frutto delle loro viscere, perchè non davano più latte le maternali poppe; eppure non che levare un lamento, non una preghiera a dare un termine colla resa ai dolorosi casi, con una ineffabile virilità di cuore si rendevano confortatrici agli uomini in quel martirio, che per la patria duravano. E fu una nobilissima donna, che stretto tra le braccia un caro infante, abbattutasi presso la porta della città in un soldato, al quale poco o nulla di vita più avanzava per la fame, lo riscosse, dicendogli — Vedi che ancor io da due settimane non ebbi altro a mangiare che cuoia bollite; e non mi sento più latte a campare la vita di questo figliuoletto: ma se ne avanza pure una gocciola, levati e poppala; rifocilla la vita a’ servigî della patria — Incontanente le smorte pupille del soldato, che affisavano la generosa matrona, sfavillarono di nuova vita, e vergognoso, ritto in piedi cominciò a combattere il nemico quasi rifatto per lautissimo pasto.
Intanto le pratiche de’ messaggi spediti fuori in cerca di aiuti, rendevano frutto alla pericolante Ancona. Eransi quelli rivolti alla Contessa di Bertinoro ed a Guglielmo degli Aderaldi di Marchesella. Erano questi due potentissimi signori, i quali tenevano la parte papale, nè potevano aspettarsi cosa di bene dall’Arcivescovo Cristiano. La Contessa della nobile e poderosa gente de’ Frangipani aveva in donnesco petto cuore veramente da uomo, e generoso signore era Guglielmo. Quella chiamò tosto alle armi i suoi vassalli, a soccorrere l’angustiata Ancona; questi tutto il suo patrimonio pose nell’assoldar gente, in guisa che tosto fu assembrato un’esercito numeroso di molta infanteria e di due mila