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libro quarto | 311 |
ma, Reggio, Modena, Mantova, Bologna e quelli di Bobio e Rimini di fresco aggiunti alla Lega. Papa Alessandro vi spedì suoi Legati Ildebrando e Teodoro Cardinali, alla presenza de’ quali deliberarono i Collegati. Rinnovarono in quest’assemblea i giuramenti di scambievole difesa: fu vinto il partito di adoperare la forza contro que’ luoghi del regno italico, che non volessero entrare nella Lega o che entratovi, la disertassero: con molte cautele e pene fu provveduto, perchè alcuno non si ardisse di aprir pratiche di accordi separati col Barbarossa e col suo figlio Errico: fu decretato a petizione de’ Cremonesi, sempre guardinghi della potenza di Milano, che non si rialzasse il castello di Crema, nè si piantassero rocche sulle sponde dell’Adda e dell’Oglio senza il consenso de’ loro Consoli1.
Rafforzata quella santa unione con nuovi giuramenti, non è a dire con quanta alacrità di spirito si apparecchiassero i Lombardi a ributtare il Tedesco. Una principal cura ponevano a rinforzare i contadi delle città, sperperati per feudali concessioni dell’Imperadore. Andavano cacciando dalle rocche que’ signorotti, i quali, sendo creature dello straniero, potevano insidiare alla patria nella gran lotta che era per imprendere. Così i Comuni dilatavano il lor potere, e non era che una la volontà, la quale indrizzava i negozi di ciascuna Repubblica. E con sì forte proposito si recavano in questo affare dello sterminar da’ contadi i pericolosi feudatari, che non portavano rispetto pure ai Vescovi ed ai Monasteri. Nell’anno 1173 il popolo di Modena costrinse alcuni villaggi sottoposti alla Badia di Frassinoro a pagare tributo alla loro città, ed a militare sotto la condotta dei Consoli in tempo di guerra2. Trasandavano veramente i tempi quelle anime Lombarde.
Erano corsi ben sei anni dalla indecorosa fuga dall’Italia dell’Imperador Federigo: e non meno di questo spazio