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304 | della lega lombarda |
tro Barbarossa un qualche destro a smagliare con quella, che oggidì chiamano politica, quel formidabile nemico della Lega. Sapeva che la vita e la forza di costei fosse tutta nella unione; perciò aguzzò l’ingegno a separare, svegliando qualche scintilla di gelosia tra i Lombardi e il Papa. Intanto una indecente guerra si facevano i Bolognesi ed i Fiorentini1, quelli traendosi i Ravennati, questi i Forlivesi: durava ognor più cruda quella tra Genovesi e Pisani, i quali lottando, avevano mosso in iscompiglio la Toscana. Lucca e poi Siena, Pistoia ed il Conte Guido potententissimo feudatario teneva per Genova; Firenze e Prato per Pisa2. In questo fuoco soffiava Cristiano eletto Arcivescovo di Magonza disonesto prete. Queste guerre nudrivano la speranza dell’Imperadore di potere sgominare gl’Italiani e tornare co’ piedi sul loro collo; imperocchè la guerra stornava le città toscane e di Romagna o dall’entrare nella Lega, o dal caldeggiarne i negozî; e giunto che fosse a raffreddare gli animi Lombardi verso il Papa, le vicine fazioni li avrebbero infallibilmente trascinati ai vecchi odi.
Erasene uscito di questa vita l’Antipapa Pasquale III, ossia Guido da Crema, divorato da un cancro. La fazione scismatica trovò certo Giovanni, un dì Abate di Struma, perdutissimo uomo, che volle far da Antipapa, togliendo il nome di Callisto III3. Forse a Federigo non piacque una successione così subitanea; innanzi venire alla elezione di un’altro Antipapa, egli voleva aprire le insidiose pratiche con Alessandro. Non gli dettero questo tempo. Tuttavolta riconobbe Callisto qual vero Pontefice, e diè mano alle divisate malizie. Spedì oratore di pace al Pontefice Everardo Vescovo di Bamberga. Sapevasi, che costui internamente abborriva la scisma, e per timore seguitava gli Antipapi cesarei: la qual notizia recava più facilmente a credere i
- ↑ Rubeus Hist. Ravenn. lib. 5.
- ↑ Caffari Annal. Genuen. lib. 2.
- ↑ Card. Arag. Vita Alexan. III. p. 461.