Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
libro quarto | 295 |
dagli altari, essere adulterino Papa Pasquale, invasare le infernali porte il Tedesco che il sorreggeva; lupo e non pastore Alberico Melinate, loro Vescovo; i preti da lui sacrati indegni del santo ministero; li schivassero come peste, li confinassero come nemici della patria. Un abbondante frutto recarono quelle affocate predicazioni: i Lodigiani dettero la cacciata allo scismatico Alberico, e chiamarono a sue vece Alberto Preposto di Ripalta venerabile uomo1.
1168 Mentre Galdino si travagliava nelle provincie traspadane, Ildebrando Crasso Cardinale dei dodici Apostoli altro Legato di Alessandro visitava quelle di qua del Po. Questi due ministri del Pontificato2 proprio davano alla radice de’ mali, che contristavano i popoli Lombardi. La scisma era il principale sostegno, con cui il Barbarossa puntellava la sua disonesta tirannide; imperocchè come da’ buoni preti si derivava una abbondante vena di salute su la civil compagnia, dai tristi un’ammazzatrice lue si dirompeva. Infatti tra perchè Galdino sgomberava la via alla Lega, togliendo lo scandalo de’ mali cherici, e perchè quella trovò in lui, come Legato papale, un centro di convenienza, prodigiosamente rifiorì di una calda vita. Avvegnachè presente l’Imperadore, i Collegati si adunarono in pubblico parlamento il dì primo di Dicembre ad assicurare con leggi stabili e nerbo di reggimento le sorti dalla Lega. I convenuti a Pontida uniti già a’ Veneziani ed ai primi confederati della Marca Trivigiana, dopo avere ribadito l’obbligo della scambievole difesa e del concorso a ripellere chi volesse sforzarli ad una suggezione all’Impero maggiore di quella, in che si tenevano ai tempi del quinto Arrigo, statuirono: obbligarsi Venezia a soccorrere coll’armata per mare e pei fiumi le città federali; queste con l’esercito tutte le sue città del continente fino a Laureto ed alle rive della Liquenza:
- ↑ Vita. S. Galdini ap. Bolland. ibi = Trista. Calchi p. 271 = Otto Moren. n. 1159.
- ↑ Monti in vita Hildebr. Crassi.