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288 | della lega lombarda |
pericolosa a tutti, perchè locata nel cuore del paese collegato; annidato che vi si fosse Federigo, avrebbe rotta quella complessione dei luoghi, in cui era molto della comune fortezza. Si fermò, tirare dolcemente Lodi nella Lega. Ai Cremonesi fu commesso il negozio; come quelli, che stati fino a quel dì amici e consorti de’ Lodigiani negli studî della parte imperiale, di corto li persuadessero a distaccarsi da quella e addivenire un’altra volta Lombardi.
Andavano i Cremonesi oratori a tentare Lodi. Introdotti nel Consiglio di credenza, e ricambiate le consuete salutazioni, onestamente ragionavano, «Un solenne avvenimento avere testè richiamati alla vita i Lombardi popoli; uomini usi alle ingloriose gare del municipio avere nel seno della comune patria spento l’incendio della scellerata discordia; mescolarsi le speranze, i timori, la vita della loro Cremona, di Verona, di Mantova di Brescia in un sol cuore, che si chiamava Lega Lombarda. Le sante mura di Pontida testimoni del gran sagramento; la risorgente Milano segno del sorriso de’ Cieli. Alla pietosa fratellanza muover già le altre città; crescere i nervi della Lega; minacciare questa alla tedesca tirannide; aspettarsi sorella la nobilissima Lodi. Venisse, non prolungasse il desiderio loro. Non isdegnasse il consorzio di que’ Cremonesi, che con lei e per lei tante volte pugnarono. Ponesse giù dalla mente le dispettose memorie; stendesse la mano a perdonare la umiliata Milano; abbominasse le insidiose blandizie imperiali. Averle anch’essi provate, e sapere come poi cuocessero: non aspettasse di provarle in tempo inopportuno ai rimedi. Essere in lei solo intesi gli occhi di tutta Italia; pregarla, svellere con unito sforzo la radice della mala pianta che pareva nel suo seno abbarbicarsi e minacciare più pestilenti germogli. Deh! non patisse nelle sue membra il tedesco stupro: levassesi e stesse in orecchio ad udire come già cominciasse a perpetuarsi il glorioso grido — Per Lodi stettero i Lombardi destini — » Queste accalorate parole trovarono chiusi gli animi de’ Lodigiani non