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24 | prologo |
tria. Questa la richiedeva, e questa gelosamente la vegliava. Presso gli altri popoli la religione non toccava che l’individuo; in Grecia informava la società. Il famoso consiglio degli Amfictrioni, che per ben due volte l’anno si assembrava a Delfo ed alle Termopili, ai tempi in cui la Grecia si reggeva in dodici monarchie, è una prova di quel che affermo. Ciascun principato vi spediva due oratori, uno deputato agli affari religiosi, uno ai civili. Nelle grandi imprese la religione non si scompagnava mai dalle fatiche della patria: ed Omero trasse dall’Olimpo gli Dei a guerreggiare su la terra, meno per la ragione poetica del maraviglioso, su di cui levasi la macchina di ogni Epopea, che per la profonda azione dell’elemento soprannaturale nella individualità Greca.
Ponendo mente al Sabismo ed alla Teogonia de’ Greci, è chiaro che la ragione umana avesse progredito, riscuotendosi dalla stupida adorazione del fuoco, a quella della virtù. Procedettero i Filosofi: robusti d’intelligenza, come Platone, Socrate e Pitagora, attenti investigatori del cammino dell’umano spirito presso gli altri popoli nella via della morale e del soprannaturale, consapevoli del sacerdozio che amministravano della sapienza, adunarono tutte le forze della ragione nello studio dello spirito, e della causa psicologica. Nella elevazione delle loro menti si allontanarono dalla materia, in cui concretizzava la plebe il soprannaturale, e si lasciarono dietro il volgo; il quale perdendo di vista l’alto intelletto di Socrate, lo gridò ateo, e per questo lo dannò nel capo. L’ingiusta sentenza fu una novella manifestazione dello spirito che progrediva nella coscienza della religione. Si riputò delitto l’ateismo, e indegno dell’umana società l’ateo. L’ateismo abborrito era argomento che anche il popolo incominciava ad abbandonare la moltitudine delle forme, ed a librarsi negli spazi dell’assoluto. Quello Ignoto Iddio che non aveva in Atene simulacro, ma semplice ara, accenna all’assoluto. Un tanto annunzio fu dato al mondo dai sapienti dell’Areopago. Trasecolati dall’inaspet-