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e documenti | 265 |
NOTA B
In una pergamena scritta in Milano nell’Ottobre dell’anno 1161 certa Ermelinda dichiara, che dalla somma di lire 18 ricevuta per la vendita di vari poderi, avesse già speso solidos quadraginta necessitate famis. È questa una pergamena dell’Archivio di Chiaravalle1. La somma, secondo il Giulini2 corrisponde incirca a 260 lire della moderna moneta milanese. Che in tanta strettezza confidassero ancora i Milanesi potere ottener pace da Federigo, si cava da una carta dello stesso Archivio, scritta due giorni dopo l’anzidetta pergamena, in Milano; in cui Mosto Borro figliuolo di Ugone, vivente secondo la Legge Longobarda, il quale erasi fatto mallevadore in una vendita, promette di dar mano a fare una eguale divisione di alcuni fondi dopo alcuni mesi che si sarebbe conchiusa la pace con Federigo. Et dedit guadium suprascriptus Mustus quod ipse amodo usque ad duos menses proximos post pacem factam istius terrae cum Rege dividere habet...3
NOTA C
Sir Raul attribuisce a Guintellino l’invenzione de’ carri falcati, e di certe macchine da lanciar sassi. Da queste probabilmente prese norma il Duca di Baviera, del quale racconta Arnaldo da Lubecca, che avendo nell’anno 1163 impreso l’assedio di un castello, adoperò macchine ad esempio di quelle vedute da lui a Crema ed a Milano. Morena chiama Guintellino ingegnosissimo Maestro4. Se poi costui fosse quel Guglielmo, detto volgarmente e per vezzo Guintellino, del quale conta Sir Raul, che architettasse un ponte sul Tesino fra Abiete e Cassolo, di cui non si vide mai il più bello, il più largo il più forte, è a consultarsi il libro delle Vicende di Milano5.
NOTA D
Il muro della città di Milano, secondo un Ritmo in lode di Milano del secolo VIII era edificato nella base di sassi quadrati, in cima di mattoni: