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bianco e vermiglio, il quale a’ nostri dì si mostra in San Giovanni, e tiravanlo un grande pajo di buoi, coverti di panno vermiglio, che solamente erano diputati a ciò, ed erano dello spedale di Pinti, e ’l guidatore era franco in Comune. Questo Carroccio usavano i nostri antichi Fiorentini per trionfo e dignitade; e quando s’andava in hoste, i Conti vicini e Cavalieri della Cittade il traevano dell’Opera di San Giovanni, e conducevanlo in su la piazza di Mercato nuovo; e posatolo a uno termine d’una pietra intagliata a Carrocio, che ancora v’è, si lo accommandavano al Popolo; e i popolani il guidavano nel hoste. E a quello erano diputati in guardia i migliori e i più forti e vertuosi popolari della Cittade a piedi, e a quello s’ammassava tutta la forza del Popolo. E quando l’hoste era bandita, un mese dinanzi dove dovesse andare, si ponea una Campana in su l’arco di porta Santa Maria, ch’era in sul capo di Mercato nuovo, e quella del continuo sonava di dì e di notte, e per grandigia di dar campo al nemico, ove era bandita l’hoste, che s’apparecchiasse, e questa era chiamata la Martinella, e chi la chiamava la Campana delli Asini. E quando l’hoste de’ Fiorentini si movea, si sponea d’in su l’arco, e poneavisi in su un castello di legname in su un carro, e al suono di quella si guidava l’hoste. Da queste due pompe, del Carroccio e della Campana si reggea la signorile superbia del Popolo vecchio de’ nostri antichi nell’hosti. (Lib. VI. cap. 77.)
......Anno Christi millesimo octogesimo primo Cremonenses Carrocium instituerunt, quodque ejus usum una cum libertate gratia Bertae Augustae ab Henrico IV Imperatore impetrassent, Bertam aut Bertacciolam dixerunt. Carrocium erat currus amplior his atque sublimior, qui communi in usu. Invenere Longobardi, primique omnium, secundum aliquos, Mediolanenses usurparunt. Ornabatur id a quibusdam panno rubro, ab aliis albo; a Cremonensibus vero mixtim rubro et albo; denique pro colore, quo cujusque Civitatis insigne. Sed et seni boves, a quibus trahebatur, simili panno tecti. In medio autem erat antenna cum vexillo sive labaro, praeter crucem rubram, caetera alba; cujusmodi in supplicationibus hodieque nonnullis in locis gestantur: et ab eadem antenna dependuli funes, quos validi robustique juvenes manibus attinebant, inque ejus summo Campana, appellata Nola. Nefas autem educere, nisi publico decreto, nec minus mille quingentis ad custodiam ejus militibus strenuis, et panoplia ac bipennibus egregie munitis. Prope etiam Duces omnes ac militiae Praefecti; at pone tibicines octo, multique ad rem divinam Sacerdotes. Praecipua tamen currus hujus cura dabatur Viro virtute et peritia rei militaris insigni, quoque loci ille statueretur, eo tum jus dici, tum consilium haberi de summa belli solebat. Eodem et sauciis receptus atque confugium, eisque qui vel pugnando defessi, vel a multitudine hostium premerentur. (Descripti. Urbis Cremonae)