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242 | della lega lombarda |
gue tedesco1. Travasò in questi e ne’ Podestà tutte quelle furie che lo rodevano, tra per la Lega già incominciata in Verona, e per certo tramestio che già sentiva nelle altre città; e corse in Germania ad adunare il consueto esercito, e tornar poi con questo a soffogare le scintille del temuto incendio.
1165 Se ne andò nel Settembre dell’anno 1163, tornò nel Novembre dell’anno 1166. Nel quale spazio di tempo due cose avvennero in Italia, che mirabilmente aiutarono ed affrettarono il risorgimento Lombardo; le sfrenatezze dei Podestà, ed il ritorno del Pontefice in Roma. Quelli servidori fedelissimi di quel padrone erano veramente giunti a tale, che ad incrudelire su i popoli avanzava loro il talento, non bastavan più le forze. Io dico avanzava, perchè i sospetti del Principe eransi ad essi appigliati, e volevano contenere i moti col terrore. Gli stupri e le rapine erano poca cosa: incominciarono a ferire la ingenua fede de’ popoli in quello che più santamente e caramente conservavano. Rinaldo Arcivescovo di Colonia rubò a’ Milanesi i corpi dei tre Magi2. Io non so se le reliquie di questi primi adoratori di Cristo andassero veramente a posare in Milano. Ma il popolo lo credeva, e la innocua credenza rendevalo santamente superbo di un tanto tesoro3. Ancora si venera nella Basilica di S. Eustorgio il vuoto sepolcro. Un Arnaldo Barbavaria Podestà in Piacenza dopo avere impoveriti i cittadini, costringendoli alle spese dell’abbattimento delle loro mura; dopo avere, come ne corse la fama, tolte solo ad Ugone Sperone ed Alberto Malnepote undici mila marche d’argento, si avventò anche ai Santi, spogliando la chiesa di S. Antonio di quanto aveva di prezioso4.
- ↑ Card. Arag. Vita Alex. III. p. 456.
- ↑ Sir. Raul. p. 1189.
- ↑ Vedi Antichi Long. Mil. del Fumagalli Diss. XI p. 56 e Diss. XXV p. 156.
- ↑ Trist. Calchi. lib. XI pag. 265.