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libro terzo | 237 |
mio; seguo il Morena, che di queste stupende nefandezze quasi purga l’Imperadore inconsapevole, e tutti ne accagiona i Ministri. Ma se è dato a me dire qualche cosa del proprio, dirò, che i delitti de’ ministri sono sempre del Principe; e il non addarsi del puzzo che quelli tramandano, è indizio di animo vecchio nelle corruttele, del governo e del consorzio degli uomini affatto indegno. Ma Federigo sapeva tutto, e lasciava fare.
Dissi, che i Lombardi agognavano a morte, ed era vero; ma a quella morte, che è vita pei generosi sforzi che la precedono. Come questi sforzi a francarsi cominciassero, quali le cause che li fecondassero, narrerò. Quando le tirannidi trasandano alcuni confini, che i Cieli dispongono a termine della loro giustizia, avviene, che i tiranni s’accechino, e che gli oppressi acquistino un acume di veduta veramente incredibile. Dapprima questi non veggono che la sferza del padrone e le piaghe; poi cercano, e veggono nel fondo dei loro cuori la forza dell’individuo: e quando questa è veduta, è già raggiunta. Essi soffrono muti, perchè stupidi pel dolore; poi si lamentano, fremono, gridano; e quel grido è il segnale di quella forza veduta. Fremevano a que’ tempi i Lombardi, e già vedevano: e dee parmi siano state le cause, che aiutassero quel fremito di salute, il Papa e Venezia. La morte dell’Antipapa Vittore, ed i prosperi successi di Alessandro in Francia persuadevano bellamente gli spiriti Lombardi, che Iddio finalmente si raccostava ad essi. Imperocchè gli anatemi lanciati dagli altari in Milano contro gli scismatici, e la persecuzione che pativa con loro il vero Papa, aveva educate le menti del popolo alla idea della indissolubile unione della Chiesa e dell’Italia. Per la qual cosa i trionfi di quella dovevano rilevare gli animi abbattuti alle speranze di una risorrezione, ed affortificarli nel proposito di comperare la libertà con quella vita che marciva tra’ ceppi. Erasi divulgata la fama delle trionfali accoglienze ricevute da Alessandro nella Francia, del suo ingresso a Parigi, del gran Concilio tenuto a Tours a dì 19