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230 | della lega lombarda |
così avevano grandemente rilevata la fazione scismatica in quella città e nel patrimonio di San Pietro. In questo non obbedivano al vero Papa, che solamente Terracina, Orvieto, Anagni ed Acquapendente; tutte le altre città e castella si tenevano dagli imperiali1. In Italia non era che il solo Re di Sicilia, il quale poteva soccorrere Alessandro; ma occupato molto in casa propria, non lo fornì che di navi per uscir fuori in procaccio di forestieri aiuti. Navigò per Genova; ivi giunto, gli si fecero innanzi l’Arcivescovo e molti sacerdoti e nobili di Milano, che recavano in sul viso l’eccidio della loro patria. Esulava il Pontefice, esulavano i rappresentanti della lombarda libertà; e nell’esilio si videro, e si racconfortarono in Dio la Chiesa e l’Italia. Mosse di Genova Alessandro; ed in quei dì appunto in cui Barbarossa diroccava Milano, toccò i lidi francesi a Maguelonne. Egli recava in animo il divisamento di adunare i favori di Luigi VII di Francia e di Arrigo II di Inghilterra per raffermarsi il seggio contro l’Antipapa Vittore; e poi con un grido potente svegliare alla vita gli asserviti Lombardi.
Poco frutto avevano recato i conciliaboli di Pavia e di Lodi all’Antipapa. Non lo inchinarono, che le fronti compresse dalla mano di Cesare. Francia ed Inghilterra furono rattenute nella obbedienza del legittimo Papa, da’ loro Vescovi. Gli Inglesi tennero concilio a Neumarche in Normandia, i Francesi a Beauvais; e tutti sorretti dal zelo e dalla sapienza di Arnolfo Vescovo di Lisieux, gridarono anatema a Vittore2. Per la qual cosa Alessandro ricevette splendide ed affettuose onoranze a Maguelonne ed a Montepellier seguito da’ Vescovi e da tutto il popolo, che lo venerava Pontefice.
Turbarono gravemente l’animo di Federigo tali accoglienze; e prendendo da queste un pessimo augurio per l’avve-
- ↑ Card. Aragon. Vita Alex. III. S. R. I. tom. 3. p. 551.
- ↑ Baron. Annal. 1159. 1160.