Pagina:Storia della Lega Lombarda.djvu/217


libro terzo 211

il quale venne gelosamente custodito a rafforzare il pubblico erario1.

Vollero i Milanesi profittar della vittoria, tornando all’assedio di Carcano; ma temendo che Barbarossa non andasse a ferire Milano, se ne tolsero, abbruciando le macchine costrutte per la oppugnazione. Il Barbarossa aveva assai ben lavorato di sprone in questa battaglia, eppure con imperiale impudenza scrisse da Como, fuggendo, al Patriarca d’Aquileia maraviglie della riportata vittoria. Conta del Carroccio, della bandiera milanese cacciata nel fango; e mentre amplificava la fuga e la uccisione de’ Lombardi, confessa aver toccato un grave danno: ma tosto si rinfranca dell’amara confessione, annunziando al Patriarca essersene tornato a Como, messi a sbaraglio i nemici, con molti prigionieri2. Seminava il Tedesco queste menzogne a rompere la via alla fama della vergognosa disfatta. La quale giunta che fosse in Germania, avrebbe del tutto sconfortati que’ Principi dallo scendere in Italia colle loro milizie, siccome aveva loro comandato Federigo3. Infatti dalla lettera al Patriarca appare, a molti pesare quel continuo armeggiare in Italia, ed averne chiesta all’Imperadore e non ottenuta dispensa. Tuttavolta al Barbarossa cuoceva vedere

  1. Sir Raul. col. 1185. — Otto Morena col. 1075. — Trist. Calchi lib. X col. 248.
  2. Vexillum eorum quod in curru superbe evexerunt in lutum dejecimus et destruximus..... Quamvis Longobardi innumerabiles a latere nostro per fugam recessissent, quamvis etiam interfectis aliquibus de nostris, magnum damnum recipissemus, illi profecto tot et tanta damna suorum acceperunt, quod nos damna nostra respectu illorum nulla reputavimus..... sic fugatis hostibus, nos ad Cumanam civitatem cum multis captivis reversi sumus. Apud Pertz. Monumenta Germaniae historica Tom. 11.
  3. Ibi .....Scire praeterea debet tua dilectio, quod omnes Principes Alemaniae expeditionem nostram promiserunt et juraverunt.... certus existens, quod nulli Principum expeditionem remittemus, quamvis multi querant absolvi.