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sola ragione, per cui Federigo si gittò al disperato partito di far la guerra a Dio coll’Antipapa. Nel conciliabolo pavese non si trattò del conoscere qual de’ due eletti fosse il vero Papa, non essendo state punto nè poco esaminate le ragioni di Alessandro; ma bensì del come poter sentenziare con qualche sembianza di giustizia, essere Ottaviano il Papa. Dai falsi testimoni, e dagli spergiuri attinsero que’ ribaldi gli argomenti della certezza; dalla paura, o dalle carezze del Principe la convinzione della verità. Tutte pendevano dalla fronte di lui, e su di questa lessero la sentenza, non potersi aggiogare l’Italia senza la schiavitù della Chiesa. Infatti nelle lettere che Federigo spedì a molti a condurli all’obbedienza dell’Antipapa, non altra ragione egli reca della illegittima elezione di Alessandro, che la sua adesione alle città Lombarde, ed il giuramento con che si era legato di difenderne la libertà. Preziosa confessione, la quale mirabilmente ci chiarisce della santità e fortezza del proposito, con cui era entrato Alessandro nella lega de’ Milanesi, Bresciani e Piacentini, e del come il tesoro della loro indipendenza fosse stato già raccolto nel proprio seno dalla Chiesa a custodirlo «È più chiaro del sole (scrive Federigo all’Arcivescovo Salisburgense) che Rolando, ed alcuni Cardinali.... ordita una congiura con Guglielmo di Sicilia.... e con gli altri nemici dell’Impero, Milanesi, Bresciani e Piacentini, perchè non si risolvesse la loro iniqua fazione per la morte di Papa Adriano, scambievolmente si giurarono, a non dare altro successore al morto Pontefice, che un partecipe della loro cospirazione. Per questa ragione dodici dì appresso l’elezione di Vittore, sedendo costui nel seggio del B. Pietro (era falso, e lo sapeva) i detti cospiratori andati fuori di città alla Cisterna di Nerone, si alzarono innanzi un idolo nella persona di Rolando Cancelliere, dicendo lui esser Simon Pietro; il quale con sì ribalda intrusione si recava in fidanza di attingere la cima dell’apostolica dignità.... Mentre queste cose si facevano in Roma, e noi eravamo tutto nel consultare