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194 | della lega lombarda |
Alessandro, e che lo coprisse tanto o quanto nelle sacrileghe violenze, alle quali era per prorompere contro il vicario di Cristo. Anzi tanto lo aveva accecato la superbia, che nella lettera indiritta a tutti i Vescovi d’oltremonte per adunarli in concilio chiaramente espose il suo intendimento; cioè di chiamarsi innanzi i due Papi, ed udite le sentenze de’ Vescovi, egli laico Imperadore decidere delle loro ragioni, ossia farla da Papa definiente1. Credeva stare sempre a Roncaglia, ed essere legisti i Pastori delle chiese.
Bandita questo parlamento, che chiamava Concilio, Federigo spedì due Vescovi, quello di Verden e quel di Praga, provatissimi cortigiani e tutta cosa sua, a Papa Alessandro e all’Antipapa con lettere che li esortavano a venire al Concilio. Alessandro, che non si poteva tenere tranquillo in Roma per le ribalderie degli scismatici, se ne stava in Anagni co’ suoi Cardinali. Quivi lo vennero a trovare i due messaggi imperiali, i quali con fronte alta o con modi superbissimi, entrato il palazzo papale, si assisero alla presenza di Alessandro senza pure un atto di riverenza al medesimo. Portegli le lettere imperiali, sposero la loro ambasceria: venisse al Concilio da celebrarsi in Pavia nel dì dell’ottava dell’Epifania; si preparasse ad accogliere la sentenza, che emanerebbe sul suo papato quel convento. A tali parole entrarono in grave turbamento i Cardinali, e molti cherici e laici che erano presenti. Non presentivano, ma provavano già i furori del tedesco tiranno, e vedevano la santa libertà della Chiesa condotta a pessimo termine; imperocchè la epistola del Barbarossa al Papa recava in fronte saluti al Cancelliere Rolando, quella all’Antipapa ossequi a Pontefice sommo. Laonde non avanzava dubbio, essersi incaponito il Tedesco a balzar di seggio Alessandro, e intrudervi Ottaviano; e la chiamata al Concilio non essere
- ↑ Epist. ad Episc. Brix. ap. Radev .....ambos (Apostolicos) vocare, et secundum sententiam et consilium Orthodoxorum litem decidere deberemus.