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libro terzo 191

tipapa nelle lettere che indirizzò a tutta l’aristocrazia ecclesiastica e civile, ed a quelli della corte di Federigo, alla recisa tocca della sua canonica elezione; tace delle circostanze; fa la sua professione di fede verso l’Impero, ne implora gli aiuti. Di Alessandro scrive come di uomo entrato già con Guglielmo di Sicilia in congiura contro la Chiesa e l’Impero, ed intruso nel seggio dodici dì appresso la sua elezione; esorta tutti a stare in guardia delle menzogne di Alessandro1. I suoi Cardinali, di cui era cresciuto il numero fino a cinque per due altri, Raimondo Diacono di S. Maria in Vialata, e Simone pur diacono di S. Maria in Dominica, che gli si erano accostati, vinti dalle promesse e dalle minacce imperiali, avendo voluto toccare nella loro lettera i particolari della elezione dell’Antipapa, lo smascherarono bugiardo in faccia al mondo, affermando, ventiquattro Cardinali avere innanzi eletto in Papa Rolando, poi essi (che erano a quel tempo appena due) aver creato Ottaviano.2 Ma ciechi che erano, dopo avere scritto in fronte alla lettera i loro nomi, che sommavano a cinque, dentro alla medesima si dicevano nove di numero. Impudente menzogna. Ma Federigo faceva conserva anche di menzogne per la gloria di Dio.

Ora incomincia il memorando pontificato di Papa Alessandro III, che io toccherò solo da quel lato che guarda il Barbarossa, come furibondo nemico delle italiane Repubbliche. Alessandro, detto innanzi Rolando, era Sanese di patria, della casa de’ Bandinelli. Il Pagi lo vuole di Savona3, ed il Panvinio della stirpe de’ Paperoni. Qualunque la gente e la città cui apparteneva, era Italiano, e

  1. Epist. Vict. ap. Radev. c. 50.
  2. Epist. Cardin. ap. Radev. c. 52. ...ad hoc tandem deventum est, quod XIV Cardinales...... Rolandum Cancellarium nominaverunt. Nos autem IX numero...... venerabilem... Octavianum.... eligimus.
  3. Breviar. tom. 3. p. 49.