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prologo | 13 |
pre, che raggiunsero il difficile scopo di crearsi una patria, d’infonderne il salutifero amore nei cittadini, d’impedire l’assorbimento di questa nel reggimento. Firenze, Milano, Venezia e cento altre città erano Repubbliche, quando tutta Inghilterra, Spagna, Francia, Germania erano monarchie. Gl’Italiani dal reggimento si sollevavano con la virtù dello spirito Romano ancor superstite, alla grande idea di una patria, e gli altri popoli morivano sotto la clava dello spirito germanico nella materiale idea di un Re. Questi non avevano patria. Il Carroccio de’ Lombardi, la campana del Comune in Firenze, che non trovo presso altra gente nel medio evo, chiariscono quel che affermo.
Coloro i quali si arrestano solo al compianto delle guerre cittadine, con cui si laceravano gl’Italiani, della feroce diuturnità degli odi, di cui è tanto lugubre la storia, a dimostrare la loro impotenza a raggiungere la perfezione dell’unità, o non videro, o s’infinsero intorno alla stupenda ampiezza con cui si svolgeva lo spirito italiano ristretto nei brevi confini delle molte e distinte individualità. I nomi di Firenze, di Genova e di Venezia, ebbero una doppia significazione di città e di potenze, da reggere sole al paragone delle grandi monarchie. Parigi, Tours, Londra, furono città e non altro; ma ciascuna di quelle città nostre fu uno stato, e stato poderoso; perchè nell’ambito delle loro mura viveva tutto concentrato uno spirito, e non la materia di un principato: esse vollero essere regine, e lo furono: e i grandi dominanti o per comporre trattati di pace, o per muover guerra con ciascuna di loro, si appressavano ad esse con tanta cautela, quante ne abbisognavano ad avvicinarsi a qualunque altro correttore di vasto reame. Quando l’Occidente si mosse sotto il vessillo della Croce ad aprire le porte dell’Oriente, innanzi alle quali era in piedi a guardarle la stupida Monarchia di Bizanzio, s’inchinò supplicante innanzi alla sola Venezia, perchè glie ne fornisse il mezzo. E quegli oratori francesi che a ginocchio piegato nella basilica di S. Marco chiedevano le navi e ’l senno Veneziano ad espu-