Pagina:Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan).pdf/97

dagli elementi leggendari e considerandole come antiche e pie scritture, nelle quali su una ossatura storica si svolge un contorno di leggende. e di tradizioni e di anacronismi messi pour cause dagl'ignoti annalisti.

A mio parere nella cronaca di S. Gavino la fondazione della chiesa, l'esistenza dei due giudici Comita e Orgotorio nonchè la costruzione del castello d'Ardara e della Chiesa di S. Maria del Regno per opera di Donna Giorgia, sorella di Comita, sono i fatti storici, su cui l'annalista ricamò la leggenda ed i miracoli compiuti dal martire turritano e svolse ad esaltazione del santuario venerato dalle genti del Logudoro i fasti della consacrazione.

La data della consacrazione è una di quelle falsità, che si possono spiegare collo spirito religioso di quei tempi.

Il cronista riferì gli avvenimenti, che trasse da vecchie carte, quale il condaghe di S. Pietro di Bosa, ad un'epoca molto lontana, il che non poteva non tornare a grandissimo decoro alla sua chiesa, sicuro d'altra parte che la coltura storica dei suoi contemporanei non avrebbe permesso di contradire e di smentire questa grossolana bugia. che fu accolta come verità sacrosanta da molti storici sardi del XVI e XVII secolo.

Dovremo quindi per una esatta C rigorosa disamina del nostro documento considerarlo come non datato ed in base ai fatti ed ai nomi in essa contenuti accogliere ciò che è essenza storica, determinando l'epoca da attribuirsi ai fatti, che in esso sono descritti.

Una delle ragioni, che indussero il Bonazzi a ritenerlo compilato