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toscane svolgonsi con eleganti linee nella facciata e nei fianchi mentre nell'abside quadrata una grande finestra archiacuta con traforo e colonnine sembra abbia voluto fra le vecchie e decadenti lince romaniche imporre le nuove e slanciate forme gotiche.

Fin qui consideraronsi chiese erette da artefici pisani o sotto l'influenza della loro architettura, e dall'estensione di questa si potrebbe dedurre quanto fu osservato dai pochi studiosi che s'interessarono del nostro patrimonio artistico: non aversi cioè in Sardegna altro sviluppo architettonico se non quello toscano. Non ritengo esatta quest'opinione, giacchè, se è vero che all'influenza di Pisa dobbiamo le nostre migliori costruzioni medioevali, conservantisi integre e scevre da posteriori aggiunte in modo da darci dello stile romanico-toscano un concetto più completo degli stessi monumenti di Pisa, di Lucca e delle altre città di Toscana, d'altra parte sono non pochi monumenti dovuti ad altre influenze che non siano quelle di Pisa e che hanno anche la loro ragione nelle vicende politiche dei giudicati sardi. Non bisogna dimenticare che Genova si oppose sempre all'influenza di Pisa e che con questa non ebbe mai tregua tanto che nella stipulazione del trattato di Portovenere, in cui le due repubbliche rivali promisero di non offendersi. anzi di difendersi a vicenda per ventinove anni in ogni luogo di terra e di mare, ne eccettuarono la Sardegna in cui si riservarono libertà d'azione. Finestra nella Cattedrale di Alghero.

D'altra parte, malgrado l'invadentismo delle due repubbliche del Tirreno che influirono con diversi eventi sulle sorti dell'isola. questa sino all'ultima metà del XIII secolo era ancora governata da re o meglio da giudici nazionali, che, se avevano una parvenza d'indipendenza, di questa spesse volte usavano per agire di propria testa. E così ordini monastici, traenti d'altri paesi e d'altre comunità non amiche alle