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in tre navate da due file di colonne o di pilastri, terminate dalla facciata a ponente e dall'abside ad oriente.

Quest'orientamento, per cui il sacerdote officiante e i fedeli avevano il viso verso l'oriente, simbolo del paradiso terrestre, è rispettato in tutte le chiese medioevali della Sardegna fino al XIV secolo, nè ancora mi avvenne di trovare un'eccezione.

Nelle piccole chiese di campagna la sala non è divisa, ma riducesi ad una sola navata terminata dall'abside, per lo più circolare, e qualche volta quadrata o semi esagona come nella Chiesa della Maddalena presso Oristano e nella Chiesa Parrocchiale di Zuri.

Infine ricorderò un'altra particolarità nella forma iconografica basilicale e cioè quella a due navate, derivanti dalla divisione della sala mediante una sola fila di pilastri o di colonne. Esempi di questa disposizione planimetrica si hanno in molte chiese di campagna, come in Santa Maria di Sipiola e in S. Pietro di Villamar.

Questi cenni dimostrano che nelle nostre chiese medioevali si seguirono norme fisse, che l'arte sacra, sussidiata dalla liturgia aveva elaborate e che erano imposte per forza dalla loro rigida persistenza. Pur tuttavia, anche non uscendo da questi capisaldi architettonici, riscontriamo una