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dell'arte romanica svoltasi nel mezzodì della Francia ed in Catalogna si rivela nella Chiesa di S. Maria in Tiesi, che ha pochi confronti per la purezza e semplicità dello stile, nel portale di S. Gavino di Torres ed in quelle chiese, che susseguirono il brillante e meraviglioso svolgimento dell'architettura toscana.

Le chiese medioevali della Sardegna, benchè assurgano per nobiltà di linee e per eleganza di forme a vere opere d'arte, sono modestissime.

Le condizioni economiche dell'isola non permisero l'erezione di basiliche a cinque navate, come sono frequenti in Toscana. Le cupole, che gli artefici romanici elevavano agl'incrocicchi delle navate longitudinali con quelle trasversali, non si riscontrano in alcuna chiesa romanica dell'isola.

Mancano inoltre le costruzioni rotonde e poligonali, per lo più battisteri, che son così frequenti nell'architettura romanica presso basiliche a prospettiva longitudinale. La rotonda di Mesu Mundu presso Siligo non deve considerarsi come un organismo medioevale, giacchè i fedeli non fecero che usufruire una sala di terme romane, adottandovi alcune piccole absidi.

Le variazioni al tipo originale basilicale sono molteplici anche nei nostri monumenti e taluna degna di considerazione. La forma iconografica a tre navate con due absidi terminali che deriva dalla tradizione artistica carolingia si riscontra nella Chiesa di S. Gavino di Torres.

La pianta a croce latina non è frequente, nè di essa giovaronsi le chiese più ricche, e più pregevoli.

Invece nelle chicse di maggior rilievo come in S. Pietro di Sorres, in S. Maria di Tratalias, in S. Pantaleo di Dolia. in S. Antioco di Bisancio, in S. Maria del Regno d'Ardara, in S. Maria d'Uta domina la forma basilicale, inspirata alle forme palco-cristiane. colla sala spartita