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più smagliante e diciamo anche più raffinata si venne non nel XI secolo ma molto più tardi dopo un'evoluzione di forme che va dalla semplicità di S. Sisto, attraverso i tentativi di S. Pierino, di S. Paolo, di S. Andrea, di S. Frediano fino alle chiese di S. Pietro Somalli e di S. Giusto in Lucca, dove le loggette si moltiplicano e s'abbelliscono di ricche ed eleganti colonnine, preludiando a quell'organismo architettonico di cui i migliori e più ricchi esempi sono in Pisa il Duomo e S. Paolo in Ripa d'Arno ed in Lucca la Cattedrale e la Chiesa di S. Michele.

In Sardegna abbiamo un riflesso di questi periodi artistici ed i nostri monumenti medioevali possono suddividersi in gruppi, in ciascuno dei quali sono compresi quegli edifici, che pur differendo nei particolari. hanno fra loro profonde analogie decorative e costruttive.

Allo sviluppo di ciascun periodo artistico sardo contribuirono indubbiamente e non in piccola misura gli architetti toscani. Furono pisani i costruttori della più ampia fra le più antiche chiese romaniche dell'isola, S. Gavino di Torres, e da Pisa Costantino di Torres e sua moglie Marcusa chiamarono i maestri dalla pietra per inalzare la Chiesa della SS. Trinità di Saccargia, adorna di logge e di colonnine, che presenta analogie spiccatissime con le chiese pisane del secondo periodo.

Palesa origine pisana il nome di un artista che lavorò nella Chiesa Parrocchiale di Tratalias, magistrum Guantinum Cavallinum, ed alcune Chiese dell'antica Villa di Chiesa, ora Iglesias, vennero costrutte da artefici inviati dal magnifico domino Conte Ugolino di Donoratico. Ma dell'influenza artistica di Pisa più che questa menzione d'artefici persuadono i caratteri stilistici e costruttivi delle tante chiese medioevali sparse nell'isola.

Nè mancano altre manifestazioni artistiche; la facciata di S. Pietro in quel di Bosa e l'altra sotto la stessa invocazione nell'abitato di Zuri non possono considerarsi come monumenti della scuola pisana; l'influenza