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Un riflesso di queste relazioni commerciali ed anche politiche si ha nelle analogie fra il diritto ispano-franco e quello sardo del medio evo, analogie che vennero messe in evidenza dal Prof. Brandileone di Parma1. Gli atti procedurali, per esempio, seguiti nei giudizi dei nostri giudicati, che sono così estesamente e chiaramente riferiti nel Condaghe di S. Pietro di Silchi, illustrato dal Bonazzi2, corrispondono in molte parti al processo franco-visigoto. L'influenza dei giudici sardi negli affari ecclesiastici, che risulta lampante da moltissimi documenti del XI e XII secolo, trova corrispondenza nello stato di cose prodottosi in Francia dopo la dissoluzione dell'impero carolingio.

Quest'influsso dei paesi occidentali, che s'intravede nella nebbia, onde si avvolge l'alto medio evo in Sardegna, spiega la presenza e la preminenza nell'isola dei monaci di San Vittore, giacchè i centri monastici c la loro influenza nel medio evo sono stati sempre preceduti da un largo movimento di scambi, che avviano e fecondano i rapporti sociali fra le regioni cosi raccostate.

La prima carta vittorina, in cui è cenno della Chiesa di S. Saturnino, è un diploma del 1089 di Costantino. col quale si confermano le donazioni già state fatte da suo padre e dona a S. Vittore « ecclesiam sancti Saturni cum suis appenditiis in potestate et dominio, ut monasterium ibi secundum Deum construant et habitantes secundum regulam Sancti Benedicti vivant, et morentur bonos ad honorem Dei ecc. ecc..... ».

Le carte del monastero di S. Vittore, in parte pubblicate dal Tola e che trovansi complete nel Cartolarium Monasteri Sancti Victoris Massiliensis pubblicato dal Guerard, lumeggiano la potenza dei monaci vittorini nell'isola nel XI e XII secolo e le lotte da essi sostenute contro i

  1. Fr. Brandileone, Note sull'origine di alcune istituzioni giuridiche in Sardegna durante il Medio Ero in Archivio Storico Italiano, Serie V, Tomo XXX.
  2. Bonazza, Cond. di S. Pietro di Silchi, Cagliari-Sassari, Tp. Dessy.