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Colle costruzioni di Saccargia, di Tergu, di Sorres, di Bulzi, di Bisarcio e di tante e tante altre chiese, nelle quali sulla rude ossatura romanica si stende una delicata trama di forme decorative, gli artisti toscani sciolsero veramente nelle nostre terre un canto all'arte ed alla gloria di Pisa.

Intanto al fiorire delle istituzioni comunali corrisponde, quasi da per tutto, un più vivo impulso alle autonomie locali, e ciò porta ad organizzarsi e ad armarsi per proteggersi e difendersi. Nel 1217 s'inizia la costruzione del Castello di Cagliari che in breve volgere d'anni distende sul petroso colle le linee dei suoi baluardi, dai quali spicca l'agile sagoma delle fulve torri, ingentilite dalle insegne dei podestà e dei castellani.

Ed al pari di Cagliari, Villa di Chiesa, Oristano, Bosa, Sassari, Castel Genovese vengono fortificate con cinte merlate e con svelte ed alte torri; nelle cime dei monti gli artefici toscani, avvezzi ai duri lavori dell'Appennino ed ai pericolosi scavi delle miniere sarde, costruiscono sotto le insegne delle più nobili famiglie di Pisa, d'Arborea e di Genova poderosi castelli che sono veri nidi d'aquila.

E dentro le città merlate un nuovo soffio d'arte imprime una geniale e caratteristica nota alle chiese pisane: le prime forme gotiche, estrinsecantesi timidamente con archi trilobati e con finestre ogive appaiono su facciate in cui la struttura è ancora romanica.

Queste chiese, che costituiscono il terzo gruppo nello svolgimento nell'isola di quell'arte che dalla Toscana trasse le squisite forme e nelle quali gli elementi romanici e gotici si fondono mirabilmente, sono l'ultima espressione dell'influenza pisana. il canto del cigno dei discendenti di Buschetto.

Intorno a questi nuclei architettonici si svolsero altre forme ed altre costruzioni dovute ad artefici che non derivarono la loro arte e la loro tecnica dai cantieri di Toscana. Così il maestro comacino Anselmo, in S. Pietro di Zuri, scolpisce nella rossa trachite le mostruose decorazioni, inspirate non più al classico acanto. ma alla flora araldica ed alla fauna simbolica dell'ornamentazione lombarda.

Le stesse forme stilistiche svolgonsi nella Chiesa di S. Pantaleo in Dolianova, che venne elevata, tenendo per modello la Cattedrale di Cagliari. In questa ultima ogni scuola artistica lasciò la sua impronta e ad essa l'Opera del Duomo di Pisa diede in dono il pulpito che Gu-