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Dopo il periodo glorioso dei nuraghi la nostra fu arte riflessa, alla quale mancò anche quell'influenza locale che dovunque diede un particolare colore alle diverse manifestazioni artistiche; le finissime incisioni della glittica egiziana ed assira, le squisitezze dell'orificeria punica, e la bellezza dei marmi e delle terrecotte elleniche a noi giunsero pel tramite di artisti e di mercanti cartaginesi. popolanti le floride città costiere, Cagliari, Nora, Sulcis, Tarros, Cornus e Olbia.

La civiltà che si riassunse nel nome di Roma e che da questa trasse le forme più vitali, porti anche nel campo dell'arte ad un intima fusione fra l'elemento latino ed indigeno. Lo spirito della città madre ci unì alle altre regioni d'Italia e d'allora noi fummo avvinti al pensiero ed all'idea italiana, che nessuna influenza estranca, anche intensa e secolare, potè estirpare dal nostro suolo.

Le conquiste vandaliche e le incursioni saracene non lasciarono nell'isola nostra traccia alcuna d'arte e di vita; il governo di Bisanzio, la di cui azione, per essersi svolta da lungi, non fu mai nè intensa nè continua, lasciò edifici e sculture in cui l'elemento latino, invece d'essere soffocato, trovò nuova vitalità. Le forme artistiche bizantine in Sardegna, per recenti indagini. si manifestano già di un interesse che prima d'oggi certo non si prevedeva; le chiese di S. Giovanni di Sulcis, di S. Saturnino di Cagliari, gli avanzi archittetonici di Assemini, di S. Antioco, i frammenti decorativi e le epigrafi di Villasor, di Donori. di Mara, e di Assemini costituiscono già un complesso di elementi che mette in inaspettata luce questo periodo, che si riteneva mancante di manifestazioni d'arte.

Un impenetrabile mistero avvolge le vicende nostre durante la decadenza dell'impero di Oriente ed all'inizio dei Giudicati, l'origine dei quali non ci è ancor nota. In questo cambiamento di reggimento lotte violenti e sanguinose dovettero sconvolgere l'isola nostra: la stessa divisione in quattro giudicati autonomi non può esser sorta pacificamente, ma tutto induce a ritener che sia l'ultimo risultato di un periodo convulsivo di agitazioni e di guerre.

Con l'ultimo sprazzo dell'influenza di Bisanzio cessò ogni attività artistica ed intellettuale. Ma sulle rovine dell'ordinamento orientale s'innesta sulla civiltà latina, sopita ma non spenta, il nuovo ceppo di un'arte che ci allaccierà alla terra madre con forme le più squisite e più classicamente vaghe.