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tura in modo da costituire elementi accettati ed indiscussi. Così molti cultori della nostra storia e fra essi alcuni dei migliori, accettarono la versione seicentista. compiacendosi indicare la modesta chiesa bizantina col nome più sonante di Basilica Costantiniana.

Sgombrato il campo da questo cumulo di evidenti falsità esaminiano un'antichissima memoria, che si riferisce alla Chiesa di San Saturnino. Gli annali della Chiesa Sarda ci narrano che per ordine di Trasamondo vennero ai primi del VI secolo, sotto il pontificato di Simmaco, esiliati in Cagliari i vescovi africani che non vollero piegarsi all'esigenze del goto monarca. Tra essi erano l'insigne vescovo Fulgenzio ed il presule d'Ippona, quest'ultimo conducente seco le sacre spoglie di S. Agostino, tolte dal loro venerato santuario per salvarle dalle vandaliche profanazioni ¹. Durante il suo esiglio S. Fulgenzio fondò in Cagliari un monastero a somiglianza di quello di Ruspa in prossimità alla basilica di S. Saturnino in un terreno concedutogli dal vescovo Primasio.

Questa fondazione del monastero in prossimità alla Chiesa di S. Saturnino è riferita dai più eminenti scrittori ecclesiastici, fra i quali il Surio, il Baronio, il Mombrizio e dei nostri il Fara, l'Arca, il Dimas Serpi, il Mattei, il Gazano, il Manno, il Martini e tanti altri minori.

Il Surio, il Mombrizio ed il Baronio dedussero queste notizie dalla storia di S. Fulgenzio, che si dice scritta da un suo discepolo e seguace, il diacono Ferrando, e che è riportata per intero negli Acta Sanctorum del Bollandi. Il passo della cronaca, che riguarda la nostra Chiesa è il seguente: Nolvit plane iam B. Fulgentius in priori domo multis patribus