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A commento di questa lapide il Bonfant nella sua opera Triumpho de lo Santos del Regno de Cerdena - Caller 1665 aggiunge che Costantino edificò en esta Ciudad de Caller Basilica Costantiniana, dedicada a S. Saturnino y a San Clemente: Desta hace mencion Nombriccio Fortunato, Surio Baronio, Francisco Fara y Juan Area, y confirmanlo los vestigios, que de tam insigne basilica nos ha dexado el tiempo, y la parte que ha dexado in piè.

Se è vero che di questa chiesa parlarono gli scrittori citati dal Bonfant, non è altrettanto esatto che le vestigia, che esistevano nel XVII secolo e che salvo lievi alterazioni sono quelle d'oggi, confermino quant'è asserito nell'iscrizione, poichè le forme architettoniche della basilica con gli elementi stilistici, che esamineremo in appresso, attestano un'origine di molto posteriore all'epoca Costantiniana.

L'iscrizione surriferita si collega a quel movimento religioso per la scoperta e per l'invenzione di corpi santi, che, iniziato nel medioevo, ebbe il periodo più acuto nel seicento e novera i suoi apostoli e poeti nell'Esquirro, nel Bonfant e nel Desquivel. movimento che diede origine alle più inverosimili falsità e ad una collettiva suggestione, per cui s'intravidero in scene pagane d'antiche sculture, iconografie di santi, ed agli avanzi di cittadini romani vennero attribuiti caratteri di santità e di martirio.

Non è il caso — nè varrebbe l'opera — di discutere più ampiamente l'autenticità di quest'iscrizione, che anche ad una superficiale disamina si manifesta apocrifa e come tale venne ritenuta dagli scrittori sardi anche i più ortodossi in materia di fede; nè su di essa avrei insistito se per un fenomeno, che trae origine da diverse circostanze e fra l'altro dal sistema critico non rigorosamente scientifico ed esatto dei nostri scrittori, le fandonie seicentiste non si fossero infiltrate nella col