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certo delle più pregevoli di Cagliari, la quale costituiva il modello più splendido del primo stile gotico fiorito in Sardegna. L'incuria del governo, del comune, dei cittadini tutti, che lasciarono questo monumento artistico, nelle condizioni le più deplorevoli, concedendolo come alloggio alle reclute e molto spesso adibendolo a magazzino, fi causa che verso il 1872 la chiesa desse chiari segni di rovina. Questa minaccia di crollo, che in altri paesi avrebbe scosso autorità e cittadini, nella nostra città diede motivo nell'indifferenza generale ad una lotta fra comune e governo per liberarsi del pesante fardello, sino a che le mura sconnesse e le tarlate travi del coperto, crollando, non misero fine alla controversia con grande gioia degli edili di quei tempi che videro scomparire dalla via più frequentata di Cagliari le vecchie ed annerite mura del convento, ingentilite dal sorriso di un'arte gotica squisitamente leggiadra.

Appartenevano alla Chiesa di S. Francesco le pitture più pregevoli del nostro Museo Archeologico ed alcune sculture, che in tanta ruina furono salvate da pochi volenterosi. Fra queste, per la sua singolare bellezza, merita un cenno in questo studio il pulpito ch'era collocato nell'interno della chiesa. Esso, quando si procedette alla demolizione dell'edificio, venne raccolto in pezzi ed esposto nell'impluvio della R. Università alle intemperie ed alle biricchinate di spensierati studenti, finchè nel 1902 su proposta dell'Ufficio dei Monumenti venne ricostrutto nel porticato della Chiesa di S. Michele. Esso ha la forma dei pulpiti di S. Giovanni Fuorcivitas in Pistoia, della cattedrale di Cagliari, e di molti altri amboni medioevali; il para-