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terrazza di ronda. Questo di Sanluri è uno dei pochi castelli che meriti tal nome, giacchè indubbiamente dovette servire anche d'abitazione e d'alloggio ai signori del luogo.

Le mura di forte spessore non sono rivestite in pietra concia, se pur il paramento non sia stato rimosso per usar dei cantoni in pietra da taglio. Quest'ipotesi anzi si presenta attendibile se si considera che in alcuni tratti e nelle torrette si riscontra il rivestimento in pietra concia. L'interno venne modificato ed ora lo si adibisce ad appartamenti d'affitto ed a magazzeni. Rimane inalterato un grande camerone con un camino monumentale.

Oltre che da questo castello, l'abitato di Sanluri era difeso da una cinta, di cui rimangono alcuni avanzi ed una delle antiche porte, posta in prossimità al castello.

Nel giudicato d'Arborea era il Castello di Laconi, le cui pittoresche rovine danno una nota suggestiva ad un naturale parco, folto di quercie ed attraversato da un ruscello. 11 La Marmora trascrisse nel suo Itinerario un'inscrizione, ch'era incisa sopra una porta del Castello: HEC PORTA DomiNi FACTAM | ETRE ET NOVA PORTAS APerTA | Anno MLIII. INdicione SEPtimA XIII KaLendas IVLII | P. P.

Aggiunge il benemerito illustratore della Sardegna che gli archi anteriori e certe ornamentazioni delle finestre sembrano rimontare al VIII e IX secolo.

A me non fi dato rinvenire la suddetta iscrizione. Sfuggi essa alle mie ricerche od andò perduta? Non vorrei quindi su di essa pronunciarmi in modo definitivo, ma dal fac-simile riportato nell' Itinerario e dalle sue indicazioni ebbi l'impressione che i caratteri d'antichità nelle lettere siano d'attribuirsi alle esitazioni di un mal destro scalpellino del XV secolo più che all'esser stata incisa nel XI secolo. Non è quindi improbabile che il La Marmora abbia letto erroneamente la data, che, se fosse esatta, farebbe dell'iscrizione il più antico monumento epigrafico latino del medioevo e porterebbe l'origine del castello ad epoca antichissima, certo anteriore al mille.

D'altra parte le particolarità decorative, che il La Marmora assegnava al VIII o IX secolo, sono indubbiamente dovute ad artefici aragonesi.

Certe finestrine, che nelle forme gotiche ricordano le linee eleganti delle costruzioni moresche di Granata, di Toledo, di Cordova, e d'altre