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del Castello di Monreale sulle rovine di quello Salvaterra, indica che gli aragonesi rinforzarono con nuove mura e con nuovi baluardi l'industre città.

Dell'antico castello, che continuò malgrado l'imposizione di un nuovo nome per parte degli aragonesi ad esser chiamato di Salva terra non rimangono che poche tracce affogate nelle informi costruzioni, elevate con pretese stilistiche medioevali a scopo industriale. Parte della cinta con diverse torrette si conservano tutt'ora. Questi avanzi ci attestano una costruzione piuttosto deficiente, che non ha certo riscontro culla bellezza ed imponenza della cinta del Castello di Cagliari. Queste costruzioni a murature informi c'inducono a ritenere ch'esse sieno dovute agli aragonesi, essendosi sempre gli artefici pisani distinti per la accuratezza nel rivestire i muri di pietra concia.

Altre opere accessorie erano annesse alle fortificazioni della città, e cioè forti e porte turrite. Queste erano in numero di quattro: Porta Maestra. Porta Nuova, Porta San t'Antonio, e Porta di Castello: ora più non esistono, essendo state demolite per lasciar sfogo allo sviluppo dei fabbricati. Le fonti si conservano tuttora ed in alcune di esse sono scolpite le armi di Aragona.

Erano nel giudicato di Cagliari il Castello di Sassai o Castrum Orgogliosi, il Castrum Agugliastri, il Castrum Chirrae, che nel 1297 venne in possesso del Giudice Nino di Gallura, il Castrum Palmae presso l'abitato di Palmas Suergiu, ed infine il Castrum Sulcitani a difesa del ponte che unisce l'isola di S. Antioco alla madre isola. Il La Marmora ritiene che quest'ultimo castello sia stato cretto dai Saraceni, che aveano invaso l'isola di S. Antioco, per difendersi da soldatesche provenienti