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allorquando giudice, vescovo e popolo abbandonarono Tharros per eludere le frequenti incursioni dei Saraceni, siasi dato principio ad innalzare la imponente cattedrale della città sorta per opera di una principessa Aristana di Tharros, e che fondatori del tempio, ultimato nel 1228, sieno stati il giudice Mariano ed il vescovo Torgotorio. Volendo ricostruire idealmente le antiche forme, la suppone a cinque navate con quattro file di colonne e con l'abside circolare, costituita della bella cappella gotica con costoloni e con colonnine, di cui facemmo. menzione come una delle più squisite e geniali aggiunte eseguite nel XIV secolo sotto l'influenza dei metodi costruttivi dei maestri di catalogna.

Queste affermazioni sono del tutto fantastiche: le origini della cattedrale, quali sono esposte dello Spano, non hanno altra base se non quella delle famigerate carte d'Arborea, un cumulo d'ingegnose bugie. E volendo l'archeologo sardo, benemerito del resto per tanti altri aspetti verso la coltura isolana, conciliare queste fantasticherie con autentiche iscrizioni suppone la chiesa fondata dal vescovo Torgotorio e dal giudice Mariano e terminata dopo due se coli, nel 1228, mentre questi due personaggi vissero ai primi del XIII secolo.

I frammenti dell'antica chiesa consistono in un tratto di muro posteriore e nel principio dell'abside rettangolare; da questi avanzi si deduce che la caratteristica struttura romanica d'archetti pensili poggiava su mensoline e su lesene sagomate con tori, cavetti e scozie sul tipo di quelle tuttora esistenti nella navata trasversale della cattedrale di Cagliari. Ora questi frammenti hanno tali dimensioni da farci rite-