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del maestro; le proporzioni sono equilibrate; le figure non sono stipate a forza e palesano uno studio artistico ed una tecnica di molto superiore agli altri bassorilievi. Notevole in questa scena un diavoletto, quasi impercettibile, che s'agita fra le pieghe della tovaglia, simbolo forse del tradimento che si svolge nel dramma.

Una particolarità che le sculture del pulpito di Cagliari hanno di comune con quelle del pergamo di Guido da Como. è lo smalto nero, di cui a guisa di capocchie di spille sono riempiti gli occhi delle figure e delle statue centrali.

Gli sfondi di molte scene sono ornati a rose ed a stelle ed in ciò, come pure nelle pieghe dritte e nelle barbe appuntite dei personaggi il pulpito ha non pochi punti di contatto colle sculture di Gruamonte.

Lo scultore del pulpito di Cagliari, se nelle storie bibliche che in parte ritengo eseguite da aiuti, non potè o non volle svincolarsi dalle tradizioni bizantine e dalle forme arcaiche, nei gruppi statuari, che per la grandezza delle figure e per il significato simbolico doveano dare l'espressione del valore scultorico del pulpito, profuse le grazie e la vigoria del suo scalpello.

Lo stile non è più arcaico e le forme non sono più soggette alla rigidità delle tradizioni bizantine.

Le teste degli apostoli — una delle quali costituisce un'opera d'arte da per sè, indipendentemente dall'epoca in cui venne scolpita — sono ben modellate, proporzionate e di forme carnose.


Chi fu l'artista, che scolpi il grandioso pulpito che, diviso in due, si conserva nella Cattedrale di Cagliari?

Il De Laurière, fondandosi su certe affinità artistiche esistenti fra il pulpito di Cagliari e quello che Guido da Como scolpi in Pistoia, assegnava le sculture di Cagliari alla seconda metà del XIII secolo fra il 1250 ed il 1170; nè stilisticamente questa data si può ritenere un anacronismo, non essendo le nostre sculture inferiori a quelle che precedettero nel XIII secolo l'opera dci Pisani.

Il Brunelli riscontrando grandi analogie fra le sculture del pulpito di Cagliari e quella di Gruamonte, attribuì quelle al XII secolo.

In alcune mie pubblicazioni, basandomi sopra dati incompleti c sulla perfezione dei due gruppi statuari in confronto alle sculture del