Pagina:Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan).pdf/286

in cui gli effetti di chiaroscuro sono aiutati da fori eseguiti col trapano. Essi sono inspirati al corinzio ed all'ionico e queste forme classiche sono rese finamente con arte medioevale. In uno dei capitelli è scolpita ana rana, il che fece scrivere al buon canonico Spano, e per conseguenza a quanti copiarono dal benemerito archeologo, che esso fosse dovuto a Batraco che con questo simbolo amava segnare le proprie opere.

Tralasciamo di metter in evidenza l'importanza grandissima che sotto l'aspetto iconografico hanno i due amboni. Accennerò invece succintamente ai pregi stilistici di queste più che interessanti sculture.

Addossato ad un pilastrino che divide in due specchi la fronte del pergamo a sinistra, sta, come abbiamo detto. in piedi l'angelo annunziatore del verbo divino, fiancheggiato dalle bestie dell'apocalisse: il bove ed il leone, ritto quest'ultimo come nel pulpito di Guido da Como. Un'aquila dell'espressione viva e forte domina il gruppo e colle ali aperte sostiene la tavoletta che fa da leggio.

L'angiolo, che trionfa del centro come la figura del Redentore nei musaici bizantini, è serenamente semplice. L'atteggiamento è freddo e dal suo viso, egregiamente modellato, non traspare alcunchè di mistico c di divino.

Questo gruppo statuario, pur non raggiungendo la bellezza delle opere della scuola di Nicola, supera di gran lunga per il sentimento d'arte e per la tecnica dell'esecuzione quelle dei suoi antecessori.

Havvi in queste figure e specialmente nell'angelo una tendenza allo studio del vero che invano si ricercherebbe nelle opere di Gruamonte, di Adeodato, del Bonamico e dello stesso Guido.

Il gruppo sotto il leggio dell'epistola è ancora più egregiamente scolpito; per la modellazione accurata ed inspirata ad uno spiccato naturalismo e per una bellezza tutta nuova le tre teste possono competere colle migliori sculture della scuola pisana.

Se altro non vi fosse di notevole nel pulpito, questo gruppo sarebbe da se solo documento artistico di un pregio indiscutibile, perchè caratterizza la tecnica ed il sentire degli scultori toscani prima di quel rinascimento, mercè il quale la scultura italiana iniziò il suo glorioso cammino.

Se l'atteggiamento ed il panneggio hanno ancora dell'arcaico e della rigidità bizantina, le teste però manifestano una tecnica ed un naturalismo che segnano una rinascita di nuove forme.